Per trovare un esonero dell'allenatore da parte della Virtus bisogna tornare indietro di cinque anni. Il 27 gennaio 2014 la società bianconera sollevò dall'incarico Luca Bechi a favore di Giorgio Valli. Il tecnico di Anzola fece poi due stagioni e mezza (con l'ultima conquista dei playoff e la retrocessione l'anno dopo) e Alessandro Ramagli fece i due successivi anni, con la promozione in serie A e i playoff mancati l'anno scorso.
Questo, aggiunto al fatto che Pino Sacripanti finora non è mai stato esonerato in 18 anni di carriera da capo allenatore, fa capire che la situazione che si sta configurando in Virtus in queste ore sia decisamente fuori dal comune.

In estate la Virtus che tornava in Europa era partita con tre nuove figure, due dirigenziali (Dalla Salda e Martelli) e una tecnica (Sacripanti). Arrivati a marzo, una è già fuori - Martelli - e l'altra sembra già sull'uscio, Sacripanti. Che la proprietà non avesse gradito qualcosa (e che i risultati ottenuti non fossero all'altezza delle aspettative) si era capito da tempo, in particolare da quando in società era entrato Paolo Ronci, in diretto collegamento con Luca Baraldi. I cambiamenti erano attesi, certo, ma si pensava avvenissero a bocce ferme, e non in piena corsa per campionato e Champions League. Anche perché Sacripanti gli obiettivi fissati dalla proprietà a inizio stagione (Final Eight e passaggio del turno in Champions League) finora li aveva raggiunti entrambi, anche se forse con più fatica del previsto.
Evidentemente, però, ai piani alti - dopo aver alzato aspettative e obiettivi sia a parole che nei fatti, con l'ingaggio di un potenziale crack come Mario Chalmers - si è pensato che Sacripanti non avesse più in mano la squadra, complici i ventilati screzi con qualche giocatore e alcune partite buttate via o comunque perse in maniera molto simile, per ultima Venezia.
In ogni caso, la tempistica è decisamente inusuale, ed è davvero strano che Sacripanti venga sfiduciato alla vigilia della sfida nella sua Cantù, che peraltro probabilmente lo vedrà in panchina, dato che per ora a lui di comunicazioni ufficiali non ne sono arrivate e di sicuro non ci sono i tempi tecnici per tesserare Djordjevic entro le 11 di oggi.
Strano, ma non inedito: il basket professionistico è anche questo.

Sembra quindi imminente l'arrivo di Aleksandar Djordjevic, appena avrà trovato l'accordo per la rescissione del contratto in essere col Bayern, e avendo già in tasca l'ok della Federazione Serba (presieduta da Sasha Danilovic) per allenare part-time, club e nazionale. Per lui sarebbe pronto un accordo pluriennale.
Virtus e Djordjevic avevano flirtato già l'estate scorsa, e uno dei motivi per cui non si era fatto nulla era appunto la questione del doppio impegno, che ora sembra superata. Uno dei giocatori europei più forti e vincenti di sempre (che qui a Bologna - sponda Fortitudo - ricordano molto bene e hanno amato alla follia) è diventato un allenatore con 13 anni carriera di carriera alle spalle. E dai tempi in cui la sua Milano perdeva con la Virtus di Zare Markovski la semifinale scudetto (2007) di strada ne ha fatta parecchia, in particolare con la Nazionale Serba, con la quale ha vinto un argento mondiale e uno olimpico alle spalle di Team USA. Le ultime esperienze di club lo vedono in squadre prestigiose come Panathinaikos e Bayern Monaco, dove ha vinto la stragrande maggioranza delle partite, le coppe nazionali (una in Grecia, una in Germania) ma mai in campionato, ottenendo quindi qualcosa in meno rispetto ad aspettative di altissimo livello.
In ogni caso, si tratta di un nome decisamente conosciuto, che qui porterà di sicuro esperienza internazionale e - in ottica futura - magari qualche giocatore dell'est europeo. E, arrivando ora, avrà tempo di capire chi confermare e chi no del roster attuale. Di certo l'arrivo di un coach con questo pedigree, e abituato ad allenare squadre di alto livello, fa supporre che la proprietà bianconera per la prossima stagione intenda alzare ancora l'asticella degli obiettivi, e di conseguenza il budget.

Nel frattempo, però, ci sono ancora due competizioni da giocare e nelle quali andare avanti il più possibile.
E quindi Djordjevic dovrà essere bravo a dare uno scossone da subito, potendo contare anche sul talento di Mario Chalmers, che Sacripanti ha soltanto intravisto.

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