L'alfin si gioca era una specie di mantra di un bel po' di anni fa, quando a parlare di Fortitudo sembrava quasi una liberazione che arrivasse l'ora della partita, della palla che rimbalza, evitando per almeno due ore di disquisire di altre faccende. E torna tristemente di moda oggi, nella bizzarria delle 72 ore che dividono Venezia da Pesaro: quella che sarebbe dovuta essere la vigilia della gara, forse, più importante degli ultimi tempi, e che è invece diventata cronaca di tanta roba, appunto, extrapalla. Testimoni oculari di faccende ben più pacchiane - la rivolta della Effe del 2010 prima di partire per la Coppa Italia di Foligno, con il pullman ad attendere le decisioni dei giocatori, in Azzarita, a rischio rimozione forzata - ci sta derubricare le lamentazioni di lunedì ad un brutto incidente di percorso, a quanto pare risolto da quanto comunica il Consorzio, ma fa capire che la macchina deve essere revisionata.

Ricevuto che il Consorzio abbia messo le cose temporaneamente a posto - magari era evitabile la critica a chi, da questa parte della barricata, fa solo il proprio dovere. Ma è il gioco delle parti, quindi ci sta - ora servono però risposte sul medio-lungo periodo. La successione di Christian Pavani, dimissionario da un po' (e non era nemmeno stata la prima volta) e congelato in attesa di novità. L'ingresso dei nuovi soci nel Consorzio, il cui numero fluttua a seconda di chi lo riporta. La questione erario, sempre presente. E il futuro economico della Fortitudo come prima cosa: se l'anno scorso il Consorzio stesso aveva dovuto intervenire su una questione di Comtec figlia del comunque inutile tesseramento per (poi) una sola partita del superfluo Stojanovic, e oggi si è dovuto comunicare che tutto è in regola, qualcosa lo vorrà dire.

Se ne riparlerà, in attesa di chiudere la stagione e far bilanci di come si sia arrivati ad essere ultimi in classifica e senza dobloni nelle tasche, sintomo che si è speso troppo e soprattutto male. Come si riparlerà di chi, per il Consorzio, sta giocando senza dare prova di spirito di appartenenza eccetera. Sperando che la retrocessione, se dovrà essere, non sia il meno peggiore dei mali. Capirete, ci siamo già passati, e qualche incubo torna a galla, come la peperonata.

(Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

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