Marco Belinelli, intervistato da Davide Chinellato sulla Gazzetta dello Sport, si è detto infastidito dalle parole di qualche giorno fa di Meo Sacchetti.
Ecco un estratto delle sue parole.

Con Sacchetti, Brunamonti e il presidente Petrucci sono stato sincero fin dal primo giorno, dicendo che per me sarebbe stato molto difficile esserci. Ho incontrato di persona Meo e ne abbiamo parlato, mi sono confrontato con lui prima ancora di sentire Popovich o Messina. Dire o far capire che ci sono persone che non pensano alla Nazionale o che della Nazionale se ne fregano è una delle cose che mi ha dato fastidio. Se ci fossero dei problemi, preferirei che Meo me ne parlasse a voce, dicendo il nome delle persone a cui fa riferimento, senza parlare in generale. Detta così mi ha dato veramente fastidio.
Per me la Nazionale è importantissima: ci sono sempre andato volentieri e trovo giusto che i giocatori diano importanza alla propria nazionale. Ma questa finestra Fiba, così vicina all'inizio della stagione Nba, rende per tanti le cose difficili o quasi impossibili, e lo dimostra il fatto che l'80% dei giocatori Nba non ci andrà per le mie stesse ragioni. Le partite dell'Italia sono troppo vicine al training camp degli Spurs: devo arrivarci in condizioni ottime e senza rischiare. Andare in Nazionale adesso è troppo rischioso per me, un ragazzo di 32 anni che si è allenato tutta l'estate e vuole lottare per poter avere un ruolo importante nella propria squadra, da titolare o dalla panchina.
Non andare in Nazionale mi manca. Direi che mi fa star male, ma non vorrei passare per quello che esagera. Io all'Italia ho sempre detto sì, e i rapporti che ho stretto con giocatori, allenatori, Petrucci e la Federazione sono tutti molto veri. Per questo ci tengo a ribadire che non è un addio e voglio stare col gruppo: per far sentire che non è una rinuncia definitiva, ma un arrivederci al Mondiale.

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BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91