L’ex capitano Fortitudo Giacomo Zatti è stato sentito da Fernando Pellerano per il Corriere

Il derby del sorpasso? Il re di tutti i derby, per me unico e indimenticabile. Avevamo trionfato in À2 e nei play off stendemmo la Virtus, da anni sempre davanti. Vincemmo entrambe le partite e il suggello con la schiacciata finale in testa ai virtussini a difesa schierata

Gli esordi? Il primo anno ballo solo 21'. Sono il terzo play e i due derby li vedo dalla panca. E poi retrocediamo. L'anno dopo risaliamo dall'A2 e primo derby giocato con la Virtus in Coppa Italia». Emozione e spensieratezza? Per l'età, perché quando invece cresci, e magari sei capitano, c'è più pressione, tensione, nervosismo, devi dimostrare, confermare... tutte componenti che ti possono frenare o far andare al massimo: io sono per la seconda, avevo bisogno di stimoli, ho sempre giocato degli ottimi derby. Facevo male nelle partite meno interessanti...

Le sfide con Brunamonti? Un amico, lo portai pure al Kinki, un giocatore eccezionale, uno dei primi play realizzatori, io ero adatto a marcarlo, cercavo di non fargli arrivare palla, ma quando prendeva il ritmo era devastante, poteva fartene sei di fila in faccia, penetrazione, contropiede, da fuori, mai distrarsi... i suoi complimenti valevano doppio e dopo un paio di derby me ne fece di speciali. Dopo il Grande Freddo, infatti, Bruno stava male

Episodi? Richardson che esce da un blocco raccogliendo un rotolo di carta igienica e va a canestro; io che sotto le docce (un tempo comuni ndr) divido Villalta e Williams con Earl che mi fa l'occhiolino, "tranquillo man, volevo solo spaventarlo", beh, per fortuna

L’addio? Nel 1990 finì un'epoca, ci fu maretta, la Fossa contestava, io non stetti troppo zitto, fuori dal palazzo m'attaccai pure a un tifoso che conoscevo bene, Gambini vendette me e Bucci a Montecatini e alla prima da ex mi fischiarono, ma al ritorno quando vincemmo e la F rischiava di andar giù accompagnai i ragazzi negli spogliatoi, ero davvero dispiaciuto, la cosa fu notata e l'anno dopo ci fu la riappacificazione con la gag della targa rubata e restituita

Ma erano altri tempi, io non ho mai saltato un allenamento, mai in ritardo, solo una volta rimasi bloccato nel traffico del Motor Show dopo un'intervista. Mi sarebbe piaciuto rimanere 15 anni. Eravamo tutti amici noi giocatori, c'eravamo anche inventati il Club degli Orfani, io presidente, tutti i lunedì all'osteria Du Madon... Oggi c'è una distanza diversa, nomi strani e giocatori di passaggio. La F pare però aver ripreso il vecchio corso a partire da Lamma, il mio protetto di Sasso, e con giovani come Candì, Montano, Raucci, cresciuti qui. Boniciolli vuole insistere sui giovani? Bene

Un pronostico sul derby? Ah beh no, la cabala esige che non se ne parli

BRUNAMONTI, "QUELLA VOLTA CHE MI TIRARONO CONTRO UN CONIGLIO"
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE