Non c'è solo il ritorno della Virtus in serie A a far girare indietro le lancette dell'orologio, a prima dell'estate 2003. A cancellare, almeno negli elenchi delle squadre iscritte ai campionati, ogni ricordo di quei fatti, c'è anche il trasferimento della Virtus1934 in quel di Foligno. Si chiude così l'esperienza del "paracadute bianconero", che a dire il vero nessuno ha mai voluto usare, in queste ultime due stagioni.

Cosa capitò, all'epoca, ce lo ricordiamo tutti. La Virtus "vera" non iscritta al campionato, e l'immediata affiliazione alla B1 di questa Virtus1934, che avrebbe dovuto - nelle intenzioni là nelle stanze dei bottoni - ereditare il mondo che, al piano di sopra, era esploso tra lodi e bond. "Un paracadute che speriamo di non aprire, ma che sarà pronto all'evenienza" dissero i dirigenti di allora. Ma il pubblico Virtus girò immediatamente le spalle a questa creatura, frettoloso erede di chi ancora si sognava non dovesse morire. "Perchè il sito virtus1934.it è stato registrato prima ancora della non iscrizione della Virtus?" si chiedevano gli internettari, che supponevano un eccesso di zelo nel cancellare la gloriosa V, tanto c'è già la '34. Poi, perchè non unire gli sforzi per salvare il salvabile, invece di pensare già al domani? Infine, la figura di Paolo Francia, presidente Virtus non al vertice degli amori della piazza fin dai tempi dell'interregno tra gli imperi Porelli e Cazzola. Insomma: schiantarsi con Claudio Sabatini, piuttosto che paracadutati dalla '34.

Non servì nemmeno la firma di Giordano Consolini, delfino dell'Amatissimo Ettore Messina, a scaldare i cuori. Mentre tutto l'interesse era rivolto alle trattative sabatiniane, la '34 fece mercato con quel poco che restava libero, in agosto, e la squadra di free-agents non uscì nemmeno malaccio. Nomi che dicevano meno di zero, a chi era da millenni abituato alle majors: Angiolini, Benzi, Fiasco, Perego, Cotugno ecc. Poca roba, insomma. Poi, la firma di Pilutti, che creò anche una involontaria confusione nel popolo di chi il basket lo segue di sfuggita. Il teorema era questo: Pilutti era a Castel Maggiore, che è diventato la Virtus. Pilutti è alla Virtus1934, quindi, questa è la Virtus. O no? No. E nemmeno le schermaglie sul DNA Virtus servirono a convogliare verso la '34 le simpatie del pubblico.

Dimenticata dai media, questa realtà, se non all'esordio. Se non altro, perchè il piatto era suggestivo: derby a Ozzano, e tentativo di costruire un po' di vintage attorno al manifesto Gira-Virtus. Ma i cori di scherno "Avevate Danilovic, avevate Nesterovic, ora siete qui in serie B" dei padroni di casa non avevano nessuna orecchia avversaria a cui rivolgersi. Solo curiosi, perchè il popolo della V nera aveva scelto altro.

Tante partite al Paladozza, davanti a pochi intimi, anche perchè i prezzi erano più da Virtus che da B1. Solo qualche amico di Consolini, tra cui quel Messina che disse "Appena a casa guardo sul televideo il risultato della '34, per l'amicizia che ho con Giordano". La squadra fece un discreto campionato, per sciogliersi nel finale ed essere eliminata da Montegranaro nei playoff. Talento ce n'era, amalgama poco, cuore in molti casi anche meno.

Persa la sfida dell'eredità Virtus, la '34 venne poi, scorsa estate, inglobata all'Arcoveggio. "Una società satellite, dove indirizzare i giovani e chi non trova spazio nella prima squadra" si diceva 365 giorni fa. Ma giovani non ce n'erano, e la nuova V'34 venne rimpolpata da giocatori provenienti dalla C1 della Salus Annunziata, più qualche innesto di categoria (Barbieri, Ansaloni, Spigaglia, e la conferma di Ruini). Salvezza, niente altro.

Mandata a giocare a Budrio, quasi a volerla occultare tra le nebbie della Bassa, la nuova stagione della '34 è stata di altro anonimato, bassa classifica, fino al colpo di coda finale che evitò sia la retrocessione diretta che quella attraverso i playout. Poi, le tante voci. Si era quasi giunti alla riconferma, con trasferimento per il 2005/06 a San Lazzaro. Infine, la delibera del Consiglio Federale, che chiude la vicenda e lascia le chiavi del titolo a Foligno. Amen.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI