Un innesto sicuro, forse due. La Virtus, dopo aver scelto di partire in maniera incompleta, ora sta cercando di rimediare e migliorare la squadra intervenendo sul mercato, se possibile approfittando della sosta del campionato.

A oggi, la Virtus ha 5 italiani professionisti sotto contratto - Alessandro Gentile, Stefano Gentile, Pietro Aradori, Klaudio Ndoja e Guido Rosselli - e 4 giocatori stranieri. Due di essi sono americani “puri” (Marcus Slaughter e Kenny Lawson) e quindi extracomunitari, mentre altri due hanno passaporto comunitario (Lafayette croato) o equiparato Cotonou (Umeh nigeriano).
Guido Rosselli è in uscita, ma la Virtus non avrà comunque problemi, dato che ad Alessandro Pajola è stato fatto il contratto qualche tempo fa.

I bianconeri in estate hanno scelto la formula 5+5 (che consente tra le altre cose di partecipare alla graduatoria per il premio italiani) per la quale oltre ai 5 giocatori di formazione italiana si possono schierare 5 stranieri senza vincoli di passaporto. Quindi il “4” che manca può essere aggiunto liberamente. Se successivamente si deciderà di aggiungere anche un altro giocatore straniero, ad esempio un play/guardia, per mantenere il 5+5, uno degli attuali stranieri dovrà uscire, e a oggi Umeh potrebbe essere il giocatore sacrificabile.

Teoricamente, vi è però un’altra opzione praticabile. La società potrebbe scegliere di non tagliare nessuno e di passare al 3+4+5, l’altra regola di eleggibilità possibile. Tre extracomunitari - uno da prendere oltre agli attuali due - e quattro comunitari, quindi due da aggiungere. Da regolamento questo si può fare in qualsiasi momento, pagando una penale alla FIP (luxury tax di 40mila euro) ed auto-escludendosi dalla classifica per il premio italiani, dove la Virtus arriverebbe sicuramente nelle prime posizioni.
Bisognerebbe aggiungere quindi tre giocatori - il numero di stranieri contrattualizzato deve essere necessariamente sette - pagare una tassa e rinunciare a un premio quasi certo. Un’operazione complessa e molto costosa, che difficilmente la società sceglierà, salvo casi di emergenza; lo fece ad esempio Torino nel 2016, riuscendo a salvarsi proprio a scapito della Virtus.

(foto Virtus Pallacanestro)

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