Che all’Eurolega interessasse un mercato più solido di quello attuale, lo aveva già esplicitato Jordi Bertomeu qualche settimana fa (“Non possiamo imitare la Champions League se ogni anno abbiamo a che fare con una Siena, una Rimini o un Brindisi”): proprio per questo, e anche per via delle difficoltà economiche della Mens Sana, l’Eurobasket sta guardando con interesse alla Virtus per una ipotesi che avrebbe del clamoroso. Il tutto nasce dalla difficoltà di trovare una squadra italiana da accostare a Milano che possa essere ok per tutti i parametri richiesti dall’Eurolega: storia, visibilità, palasport, bacino di utenza eccetera. Roma si è già tirata indietro, a Cantù e Sassari non ci sono le risorse, a Venezia (che pur vorrebbe) e Reggio Emilia manca l’impianto, per cui il cerchio si restringe. E, dato che di alternative reali non ci sono, il nome di Bologna è tornato prepotentemente in auge.

“Tutti noi ricordiamo quanto ha fatto la città di Bologna per il basket - ha ripetuto Bertomeu negli ultimi giorni - sia per le vittorie della Virtus che per l’organizzazione delle finali nel 2002. Sappiamo anche cosa è successo in quegli anni e perché quella grande tradizione è stata spazzata via. Ma ora, se ci fossero le dovute garanzie, non potremmo non riaccogliere la Virtus laddove è di casa, ovvero nel massimo campionato di club continentale”

Un appello che in città sembra essere stato accolto, dato che Renato Villalta, oltretutto, con l’Eurolega (che ai suoi tempi ancora si chiamava Coppa dei Campioni) ha un conto in sospeso che dura da oltre 30 anni, da quella purtroppo indimenticabile serata di Strasburgo, con l’arbitro Van der Willige a fischiare un assurdo fallo in attacco a Bonamico che privò la Virtus della vittoria. “Ci sono cose che uno vorrebbe dimenticare - dice l’attuale presidente bianconero - ma che alla fine tornano sempre a galla. E quella nottata è una di queste. So che su internet c’è il video, ma come ho letto di Bonamico qualche tempo fa, anche io di rivederlo non ne ho mai avuto tanta voglia benchè di recente un sito internet lo abbia riproposto. E’ anche per questo che, se ci venisse data la possibilità di tornare in Eurolega, non potrei non dire di no. La Virtus è una realtà di grandi tradizioni, noi stiamo cercando di rimettere tutto a posto per permetterle di tornare in alto il prima possibile. E una mano tesa da Jordi Bertomeu non la potremmo ignorare: con i soci stiamo già pensando a come rendere fattibile la cosa, sia a livello di sede di gioco che come squadra da mettere in campo. E’ ovvio che non potremmo puntare a vincere la Coppa, e spero che questo i tifosi lo capiscano, ma il richiamo dell’Eurolega sarà utile per aumentare gli sponsor ed il nostro budget, per cui non penso che sarebbe una iniziativa fatta solo per mettere il nostro nome nel calendario. Ci riserviamo di dare l’ok nei prossimi giorni, ma spero proprio che la cosa possa andare in porto”</i>

L’idea dell’Eurolega sarebbe quella di partire da una licenza “B”, ovvero annuale, che consentirebbe ai bianconeri di giocare al PalaDozza, campo già scelto per la prossima stagione. E poi, nel prossimo futuro, arrivare alla licenza “A”, quella senza limiti di tempo: in questo caso occorrerà un impianto ben più grande, e a quel punto la Unipol Arena tornerà di stretta attualità.

Sono già in corso contatti, anche con il Comune, per rendere fattibile la cosa da un punto di vista economico, e per cercare di attivare l’imprenditoria locale in modo da riportare la Virtus in Eurolega con una licenza pluriennale. E’ delle ultime ore un incontro tra la dirigenza bianconera e il sindaco Virginio Merola per individuare un percorso che possa portare Bologna ad essere di nuovo quella “città del basket” che è stata fino ad una decina di anni fa.

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