Finisce 78-62 per la Virtus1934, che vince anche questa seconda partita di campionato contro una Imola gambizzata dalle assenze di Pintor e Burini. Privi di esterni, i gialloneri si sono trovati ad avere poche idee offensive e una struttura di squadra troppo pesante per poter inseguire le folate di Ruini e Vitali, bravi a scattare in contropiede ad ogni pallone recuperato in difesa. Coach Dovesi ammetterà di aver avuto vita facilitata, intanto si gode un collettivo compatto, dove tutti si rendono utili, difendono, segnano e fanno segnare i compagni: la palla gira con precisione svizzera, i tiri forzati sono roba rara, e il 67% al tiro da 2 ne è prova incontrovertibile.

Imola parte subito con tripla di Noferini, ma è l'unico vantaggio degli imolesi, sostenuti da un discreto pubblico che non smetterà di cantare malgrado il rovescio. Infatti comincia subito la sinfonia bianconera, con tutti i giocatori a segno nei primi minuti, e un 17-3 che incanala subito la fazenda dalla parte del capoluogo. La Virtus di provincia annega subito nelle palle perse, Mei si sbatte ma non spreme fosforo, Rossetti è spuntato ai minimi storici, e sotto canestro nessuno pare avere un minimo di personalità. Dordei e Noferini poco possono fare, 21-14 alla prima sirena.

Secondo quarto dove la panchina della 1934 si alza e si fa trovare pronta: Ansaloni piroetta anche sotto canestro, Giannini mette i muscoli, Facchini (squalificato e quindi assente nella vernice in terra senese) spaniera e Masini collabora nella pressione difensiva. Si gioca 9 contro 2, 40-28 all'intervallo.

Terzo quarto in fotocopia del primo: parziale di 15-3 a portare il vantaggio bolognese oltre quota 20, grazie soprattutto ad una difesa che mette il coltello nella piaga di una Imola priva di qualsiasi barlume di idea. Rossetti si fa anche male, e la vicenda si fa grigissima per Salieri e soci. 62-40 alla sirena.

Ultimo quarto di passerella. La V1934 tocca anche quota 26, poi comincia a pensare alla doccia permettendo leggero avvicinamento finale, con Dovesi arrabbiato verso gli arbitri che lo costringono ad utilizzare in pieno un timeout chiamato solo per permettere l'applauso del pubblico a Facchini. Troppa burocrazia, tutto qua.

Note positive quindi per i bianconeri, che giocando a Budrio potranno alla lunga poter contare su un palazzetto che non dovrebbe provocare l'effetto acquario del Paladozza. Unica nota stonata, uno speaker tanto logorroico quanto impreciso: se proprio si vuole fare la cronaca di qualsiasi cosa capiti sul parquet, che almeno venga fatta con cognizione di causa.

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