Renato Villalta è stato ospite di Basket ON-ER, su Icaro TV.

Milano e Virtus vengono da sconfitte in Eurolega."Hanno avuto una infinità di infortuni, anche più delle altre. Ma giocando anche 2 volte alla settimana in una Eurolega di questo livello tutto diventa più difficile. Virtus e Milano hanno preso due batoste, anche se forse non c'erano più gli stimoli benchè la matematica non le condannasse."

Una delle due è più forte dell'altra? "E' il campo a decidere, ma forse Milano è un po' più forte"

Avresti cambiato qualcosa, magari prendendo un lungo? "Certo, ma parlare con i soldi degli altri è facile. Scariolo e la società hanno preferito prendere molti esterni, rendendola una squadra con forse qualche problema in difesa dato che solo Cordinier e Pajola sono buoni difensori, altri come Teodosic e Belinelli non lo sono. I centri così sono deboli, anche se magari Scariolo si sarebbe aspettato qualcosa di più da Jaiteh. Campionato ed Eurolega sono cose diverse, io dalla televisione ho visto come si sia pagato tanto l'essere deboli sotto canestro."

Ci sono speranze di restare in Eurolega? "Finchè non c'è la certezza aspettiamo. Penso che Milano voterà per la Virtus, ma vanno calcolati tanti parametri: il palasport, l'aeroporto, e ci sono tante concorrenti. In particolare le squadre spagnole, che stanno costruendo e progettando strutture di proprietà. O realtà come in Serbia, dove giocano davanti a 20mila paganti. Noi ci fermiamo a 8-9mila, e anche questo conta e verrà valutato. L'Eurolega cerca piazze con potenzialità sotto tutti i punti di vista, magari sperando in imprenditori che investano su Londra o Parigi. La Virtus ha molte carte da giocare, ma finchè non decideranno non sono tranquillo"

La Virtus ha ancora qualche partita di Eurolega. "Lasciamo perdere la sconfitta contro il Maccabi, ora penso e immagino che Scariolo cercherà di recuperare i giocatori fuori forma, in funzione campionato che è l'unico obiettivo rimasto."

I regolamenti italiani potrebbero favorire la Virtus, che ha meno giocatori da turnare. "Intanto bisogna capire quanti giocatori saranno effettivamente disponibili. Poi sono allenatori bravi che sanno cosa fare, ma non dimentichiamo che in Italia contano anche, e tanto, gli italiani. La finale sarà quella, vedremo come ci arriveranno: sarà molto bella e la decideranno gli italiani"

Quando hai deciso, da giocatore, di allontanarti da canestro costruendoti un tiro notevole? "Non è stato spontaneo, devo ringraziare i miei allenatori e soprattutto Dan Peterson, che mi ha spostato dal ruolo di pivot ad uno che, con un po' di tiro, mi avrebbe reso tecnicamente più completo. Questo ha allungato la mia carriera, in un momento in cui era difficile che i lunghi uscissero dall'area. Le prime volte non sono state fortunate perchè ho avuto difficoltà, ma alla fine ha avuto ragione Dan e pure io"

Hai ritrovato Sugar Richardson. "Grande affetto, non puoi non volergli bene. Non sono andato alla cena perchè ero impegnato, ma lui lo sapeva. E' un giocatore eccezionale, quando arrivò a Bologna io ero il capitano e Porelli mi disse che dovevo seguirlo, e ne potei raccontare tante. Aveva un sacco di manie, e io dovevo fargli conoscere la città in una certa logica mettendolo comunque sulla retta via. Sono stato fortunatissimo, nella mia carriera, perchè ho potuto giocare con giocatori fantastici: lui, McMillian, Cosic, Driscoll, io ero bravino perchè le difese si concentravano su di loro e potevo avere spazi. E a volte facevo canestro"

Il video integrale della trasmissione.

https://youtube.com/watch?v=qw-wQ5rCrVg

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