Eppure lo si sapeva, che contro Antimo Martino Non è mai finita: stavolta non sarà stato il recupero di 30 punti che fece curriculum anni fa, ma un rientro da -15 che irriterà ancora di più i nostalgici. La Fortitudo fa la miglior partita della stagione per 27’, poi perde la classica brocca e un parziale di 36-11 in 13’

Si parte con spettacolo non esattamente di primo piano: un po’ di zona reggiana, arbitri che fischiano fin troppo beccandosi brontolii in stereofonia, e Fortitudo che prende un po di vantaggio difendendo meglio di quanto non attacchi contro una Reggio con poche idee. Entra Hunt a dare peso in area, si fa 20-13 prima che Taylor aggiorni il primo quarto ad un 20-15 esterno, ovvero Fortitudo.

Continuando a fare cose dietro che prima non si facevano (anche evitare transizioni rientrando con passo inedito), la Fortitudo mantiene la cosiddetta inerzia, andando +7, poi sfilacciandosi un po’ in attacco e facendosi superare con un 2-12 di break, ma restando sempre concentrata quel tanto necessario per risalire anche dai momenti meno floridi. Ed è 35 pari all’intervallo.

Siamo all’ho visto cose che vuoi umani: vero che Reggio pasticcia ad ogni possesso o quasi, ma ci sono robe tipo raddoppi e rotazioni difensive che chissà dove stavano di casa, prima. E prendendo un po’ di coraggio anche in attacco, sfruttando un discretamente ispirato Happ, sembra di vedere la classica altra squadra. Si fa 58-43, magari dimenticando che Martino contro la Fortitudo ne ha recuperate anche di più abissali: 0-11 di break con qualche omissione sparsa, e quasi senza accorgersene è 58-54 al 30’.

Si tiene botta, poi un altro 9-0 contro una neoentusiasta Reggio fionda la Fortitudo a -5 a 4’ dalla fine. Servirebbe costruire qualcosa, ma le alchimie offensive sono tutte sparite e, dall’altra parte, dove non arriva Taylor arriva Baldi Rossi. Candi mette poi i liberi della staffa, è stato bello provarci, amen.


(foto BCL)

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