Facciamo finta che l'Europa non sia mai esistita, e che 06 torni ad essere il prefisso di Roma e non il bilancio di una campagna nata male e finita peggio. Torniamo in campionato, con un roster che ora è stato scremato anche se con ormai atavici problemi (si continua a non avere un 4 credibile, tanto per dire) e con il realistico pensiero per cui con Dalmonte qualcosa sia cambiato, ma che ovviamente non è che sia stato reso tondo ciò che prima era quadro. Quindi, andare avanti partita per partita, cercando di racimolare qualche punto laddove è possibile, e guardare anche, spesso e volentieri, quello che fanno dietro.

Mandato Palumbo a crescere a Scafati (ma non era in A2 anche l'anno scorso?), resta una squadra dove tra gli esterni ci si continua a pestare i piedi - e forse meriterebbe qualcosa in più Saunders, che sta limando gli iniziali eccessi - e dove in area si soffre. Withers rimane un enigma, specie ora che in campionato ha dimezzato le sue cifre (15 di media nelle prime 7, 7 nelle successive) continuando ad essere tutto tranne quel che serve ad una squadra priva di dinamismo e centimetri. Con Mancinelli che tra un acciacco e l'altro rischia di essere sempre più un capitano non giocatore (oggi Damiano Montanari su Stadio ipotizza per lui ancora un mese prima del recupero), e con Totè che sta avendo crisi di rigetto nel suo passaggio in ala forte, questo rischia di essere un problema. Se ne riparlerà, intanto si cerchi di fare bene domenica, punto.

Trento, quindi. Alti e bassi, con recenti più bassi che alti per una squadra che ha perso le ultime cinque di campionato e che, quindi, non vince da un risicatissimo +1 casalingo con Cantù a metà dicembre. 6-10 il record, mentre un pochino meglio le cose stanno andando in Coppa malgrado l'ultima, sfortunata, gara infrasettimanale. Punti arrivano dall'asse play-pivot Browne-Williams, mentre attenzione all'ala Maye che all'andata tanto male non fece. Altrimenti, occhi sul giovin lungo altoatesino Ladurner, e all'eterno Forray, che è sempre lo stesso che, 11 anni fa, battagliava contro Lamma e Muro in una finale di B1, o A Dilettanti come si chiamava all'epoca. All'andata fu dominio Fortitudo, con Fantinelli ai massimi storici (21 punti e 8/8 al tiro), per chi poi tra una cosa e l'altra la doppia cifra non l'ha più vista.

Curiosità: l'Aquila bolognese non gioca in casa dell'Aquila trentina dal marzo 2010, in terza serie: quel giorno, vista la neve sull'A22, non ci fu modo di mandare in loco radiocronisti, e la partita venne raccontata da un amico meranese dello scrivente (tal Andrea, coadiuvato dall'amico Kicco: scritto così, ma capiteli...), diventato poi importante figura politica nella zona. Senza nemmeno farci avere il premio-formazione. Ah, la Fortitudo vinse, con 21 di Malaventura e Lamma, e il definitivo 4+3 di Franz Quaglia. Si gioca domenica, a Trento, ore 17 e 30.

(Foto BCL)

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IL DERBY ALLA FORTITUDO 95-92