Già matematicamente salva ad un turno dall fine della regular season, Imola aspetta l’ultima partita di campionato (a Trieste) per poi chiudere la stagione. Abbiamo sentito il coach, Giampiero Ticchi.

Intanto, un bilancio dell’annata. “All’inizio di stagione, visto come eravamo andati l’anno scorso, pensavamo di poter fare meglio. Ma viste le difficoltà, le partite perse all’ultimo secondo, gli infortuni, qualche scelta non azzeccata, è stato un buon risultato, specie per come abbiamo finito, salvandoci quando in molti ci davano già per spacciati”

Quali sono stati gli errori principali? “Forse la scelta di Hubalek, ma in quel momento non potevamo fare diversamente. Avevamo Borra in condizioni fisiche non sufficienti, e dovevamo prendere uno straniero perché il nostro Norfleet si è rivelato non adeguato: è un rookie che ha fatto molto bene in prova, poi nelle partite che contavano non si è rivelato sufficiente. Hubalek ha cercato di tappare due buchi, quello dello straniero e quello di Borra, però facendo questo non abbiamo preso un giocatore adatto al nostro gioco. E’ stato bravo, si è comportato bene, ma non era quello che ci serviva”

Cosa è scattato, alla fine? “I ragazzi si sono sempre impegnati e mostrato grande dedizione, ma non riuscivano a portare in campo i risultati della palestra. Nelle ultime partite, forse anche grazie all’inserimento di Rogic – giocatore magari non di grande livello ma, da buona scuola slava, di grande solidità - è arrivato il tassello che ci mancava”


Come hai trovato il livello del girone Est rispetto all’anno scorso? “E’ rimasto sempre molto alto. Molte delle squadre di primo livello si sono riconfermate, forse a parte noi: chi ha un budget importante ha tenuto un rendimento alto, è solo cresciuta Ravenna che soldi ne ha ma l’anno scorso arrivò nona. C’è molto equilibrio, mentre a Ovest l’impressione è che basti poco, una scelta giusta o una sbagliata, per passare dal rischio playout ai primi posti in classifica. Noi siamo riusciti comunque a superare il momento negativo salvandoci malgrado tutto”

Hai visto il derby? “L’ho guardato in televisione. Partita molto bella, mi ha impressionato molto la Fortitudo. La Virtus ha iniziato in modo un po’ deludente, forse all’inizio è stata troppo timorosa, poi con il passare dei minuti si sono confermate squadre di grande solidità, entrambe. La Virtus per come è stata capace di tornare in partita, la Fortitudo è valida anche se mi sembra un pochino meno schiacciasassi rispetto all’anno scorso, specie al Paladozza”

La differenza tra A1 e A2? Coach Boniciolli dice che in A2 ci si diverte molto di più. “In A1 c’è molto più atletismo, ma parlando di pallacanestro a 360 gradi qui ci sono gruppi, tattiche, idee di gioco, voglia di migliorare durante l’anno, e in questo caso siamo meglio noi. Poi chiaro che il livello dei giocatori è migliore in A1, ma non c’è solo atletismo e tecnica. Non è solo una questione di gruppi di italiani, ma parlo di soggetti che conoscono già il campionato, educati ad un certo gruppo di lavoro e di impostazione tecnico-tattica. Si possono fare dei cambiamenti, ma si cerca di restare con gli stessi giocatori. In A1 hai tanti di quegli stranieri che molti nemmeno sanno cosa sia l’Italia, non lo capiscono,se non riesci ad ambientarti è faticoso, ed è facile pensare ai cambiamenti.”

Pillastrini diceva che la A1, a inizio stagione, ora sembra quasi un elenco del telefono di cui conosci pochi nomi. “Vero, all’inizio dell’anno guardi i roster e devi passare un sacco di tempo per scandagliare il roster”.

In chiave playoff, cosa può servire alla Virtus per crescere? “Guardando da fuori, mi sembra una squadra che nei momenti di difficoltà avrebbe bisogno di una terza bocca da fuoco, qualcuno che possa costruire con la palla in mano. Un esterno, perché di lunghi – al di là degli acciacchi di Lawson – ne hanno, e Rosselli lo vedrei bene da 4 con tre piccoli. Qualcuno che dia una mano a Spissu e Umeh, anche per permettere appunto a Rosselli di sfruttare il suo ball handling nel ruolo di 4. Ma attenti a Lawson, deve stare bene perché nei playoff la durezza interna è fondamentale.”

Parlando invece di Fortitudo? “Mi sembra che da quando Boniciolli ha alzato il livello i ragazzi abbiano risposto alla grande. Mancinelli mi è sembrato in una forma atletica eccellente, e averlo adesso in queste condizioni è una gran bella cosa. Hanno scelto di avere esterni giovani, ma Candi è impressionante anche in difesa: è una filosofia, e la devi portare avanti. Arrivasse Cinciarini dovrebbero un po’ equilibrarsi, con Legion, ma lì sarà il coach a trovare le soluzioni per farli convivere”.

Nel girone Ovest, oltre a Biella ci può essere altro? “Direi di non sottovalutarla. Ma tutte possono fare il colpaccio, specie a Est: i playoff sono lunghi, e solo le squadre costruite in un certo modo vanno avanti.”

FORTITUDO SUMMER CAMP, A BOLOGNA E A LIZZANO IN BELVEDERE
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