La questione è molto semplice. O Verona è ben più scarsa di quanto non sembri (vero che manca Spanghero e svariati non sono al massimo, ma tra andata e ritorno è parsa davvero una tigre di carta), o la Fortitudo ha saputo ritrovarsi nel momento più rischioso della sua stagione. Salita in Adige con Raucci a vederla da casa e Italiano a fare da capoclaque, e con gli ancora discretamente indietro Amoroso e Flowers, i Ciolli’s non si fanno impressionare, risalendo da un -10 di inizio terzo quarto e andandola a chiudere in scioltezza nel momento in cui Daniel, roba clamorosa oggi, si è trovato accanto un Sorrentino pronto a dargli una mano. Ci saranno un sacco di cose da mettere a posto, ma se questo è l’ormone della truppa, non ci sarà di che annoiarsi.

Partendo con i reduci, la Fortitudo balla nelle prime battute patendo la velocità di giro di palla altrui, ma è un attimo capire che Daniel, là sotto, può prendere Chikoko e addobbarlo come un albero di Natale arretrato: un po’ lui, un po’ le scorribande di Montano, e il primo sprint casalingo viene bruciato in un amen. Ecco quindi la tripla di Quaglia a far sorpasso, e una valanga di liberi di Carraretto (per tecnico prima, per fallo su tiro da tre poi) per andare a fare 21-17 in un primo quarto a ritmi sicuramente più sincopati di quanto non ci si potesse aspettare.

Tutto diventa più viscoso nel secondo quarto, perché non c’è modo e maniera di mantenere il ritmo offensivo una volta prese le misure dagli altri a Daniel. Così, segnando quasi solo per sbaglio (8 in 10’), Verona riesce a dare una occhiata al come si possa stare con il punteggio a favorirla, trovando magari estemporaneità individuali, ma in misura maggiore rispetto a quelle bolognesi. Crespi pesca un po’ da tutti, Boniciolli no, ed è 35-29 al 20’.

Ripartire con tripla in faccia non è la cosa migliore da fare, ma inumata a -10 Bologna trova nuova linfa, tornando a lavorare dietro (grazie anche all’apparizione di Campogrande) e continuando, davanti, a sfruttare il fatto che di Daniel quelli di Verona nemmeno riescono a prendere la targa, come si suol dire. Manca però sempre qualcosa per mettersi in parità: i liberi ciccati da Amoroso, uno sfondo in contropiede di Candi, e Verona continuerà a giocare più di singoli che altro, ma abbastanza per restare avanti 48-45 al 30’.

E alla fine il sorpasso arriva, perché di punto in bianco qualcuno citofona a Sorrentino e lui, dopo sciagure precedenti, diventa protagonista: sei punti e un assist in una manciata di azioni, ed è 55-53 sfruttando il fatto che di là Saccaggi, unico regista rimasto a Crespi, pare Fantozzi durante la Coppa Cobram prima di doparsi. Verona prova a rimettersi avanti, ancora Sorrentino e poi Carraretto impacchettano il sorpasso (61-60 a -3’). Daniel appoggia il +3, poi Rice grazia la Fortitudo cestinando due liberi figli di un – rivedibile? – antisportivo di Sorrentino con successiva infrazione di passi di Chikoko. Gol mancato gol preso, ancora Daniel fa 65-60 a 60” dalla fine, Rice non ne ha più, Daniel continua a divertirsi e alla fine solo applausi per Bologna, davanti ad una Verona in stato confusionale sia in campo che in panchina.

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