Elisabetta Tassinari è stata sentita da Emanuele Malaguti per Stadio. Un estratto dell’intervista.

“Non ho idoli, ma se dovessi definirne uno sarebbe sicuramente mio padre, è stato lui a trasmettermi questa passione ed è il principale motivo per cui pratico questo sport.
Il Progresso? Partì tutto da Matilde Dall’Aglio, che passò dalla Libertas al Progresso, chiamando poco alla volta tutte noi, Nannucci e Cordisco furono le prime, poi arrivai io e l’anno dopo ancora Tava, Meroni, D’Alie. Nel 2017 conquistammo la prima promozione, ma paradossalmente il nostro legame si è consolidato nelle difficoltà della stagione successiva con la sconfitta in Coppa Italia e l’uscita ai playoff contro Faenza.
La separazione? Dopo la sconfitta con Civitanova si è accesa una scintilla. Tante di noi erano convinte di non giocare più, la separazione con il Civ ha pesato tanto perché, nonostante i numerosi screzi, gli abbiamo voluto bene e sempre gliene vorremo. Sentivamo che era la chiusura di un ciclo e che l’unico modo di chiuderlo era con una vittoria.
La Virtus? Ero in trattativa avanzata con un’altra società di A1, quando venne da me Tava e mi disse: Betta, è fatta, ci sarà la Virtus femminile. Per me è stato l’avverarsi di un sogno. Vestire questa maglia è una grossa responsabilità, ma vista la grande storia del Club è anche una spinta a dare sempre il massimo. Vorrei lasciare un segno a Bologna e nel basket femminile, il mio obiettivo è di portare lustro alla mia città con la maglia della Virtus”


(foto Virtus Pallacanestro)

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