Dopo che il DCPM che sarà valido fino al 7 ottobre non ha concesso alcuna apertura agli eventi sportivi, continua a infuriare la polemica tra il mondo dello sport e Governo/CTS. Mentre il basket - in alcune regioni - è potuto ripartire con riaperture parziali grazie a deroghe regionali, calcio e tennis finora hanno incassato dei secchi "no". La Juve aveva presentato un piano dettagliato - in accordo con la Regione Piemonte - per una riapertura parziale dello Stadium - ma dal CTS è arrivata rispota negativa. E, non solo per questo ma anche per questo, Andrea Agnell ha stimato in 4 miliardi di euro il crollo dei ricavi dei clun nei prossimi due anni.
Ancora più duro è stato Angelo Binaghi, presidente della FIT, dopo la decisione della Regione Lazio - in accordo col CTS - di far giocare gli Internazionali d'Italia totalmente a porte chiuse: Abbiamo subito una grande ingiustizia, anzi idiozia. Ad altri sport è concessa la presenza anche indoor, da noi non potrà entrare nessuno. Siamo stati oggetto di una discriminazione vergognosa, il presidente della Regione Lazio ci ha detto di non volersi prendere la responsabilità di riaprire, volendosi adeguare alle raccomandazioni del Cts. Se avessimo saputo, avremmo potuto spostare il torneo a Genova, o in Puglia. Queste le sue parole, riportate da Repubblica, a cui poi è seguita la richiesta di scuse da parte della Regione e notevoli polemiche.
In sostanza, il clima di incertezza è totale, e se non arriveranno linee guida condivise a livello nazionale che consentano a tutti riaperture parziali e ragionate (nella massima sicurezza) il rischio è che il mondo dello sport - già provato duramente - collassi economicamente.

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