Non ci fossero gli acciacchi (fuori Benevelli e Hasbrouck, lasciati sul campo infortunati. Da rivedere soprattutto il primo, distorsione alla caviglia), per la Fortitudo sarebbe la Befana del secolo, con la vittoria numero 14 nel girone d’andata e le altre che, perdendo, mettono ancora più dolci nella canonica calza. Ed è ancora meglio, considerando come la trasferta di Roseto sia stata, per almeno 39 minuti, la domenica più opaca (Piacenza a parte, ovvio) di questa tornata di gare. Però la Fortitudo ha sempre qualcosa di extra, se non altro una mentalità granitica e la convinzione di uscirne fuori anche in situazioni come questa. Per il resto, tutto rimandato a domenica prossima, contro una Verona che non perde più.

Più arrosticini che tortellini all’inizio, con Roseto che corre più di una approssimativa Bologna, e che non evade dalla partita solo perché i giovincelli abruzzesi costruiscono tanto ma senza le giuste fondamenta, e l’atletismo non porta più che un 12-7 a cui Martino replica con due urlacci e un giro di rotazioni. Meglio dopo, anche se permane qualche sonnolenza (un tiro da 4 concesso da Cinciarini a Buskati) e, di riflesso, anche il vantaggio rosetano del 20-19 al 10’.

Con iniziative personali più che altro, la Fortitudo prova a districarsi dalla beata gioventù rosetana, faticando a trovare chi, nel proprio carnet, sia immune da stanchezze e altre faccende. Pini è sveglio, un 14-4 di parziale pare la possibile scossa (35-28), ma Roseto non si spaventa, controparziala 10-0, e fa capire di essere del tutto concentrata sulla domenica. Serve un fallo a rimbalzo di Sherrod allo scadere per dare a Pini la chance dei liberi del vantaggio, ma Person, direttamente dal piazzale, infila la tripla del 41-39 interno al 20’.

Il ritmo sembra essere rimasto al cenone col maestro Canello, e ad ogni azione corrispondono due reazioni: Bologna sembra fare tutto con costante e drammatica pigrizia, e le mani che sbucano da ogni dove per arraffare palloni e affini sono sempre quelle di casa. Nessuno riesce a fare la voce del padrone, e l’aumento del nervosismo collettivo (tecnico al coach locale D’Arcangeli, tecnico a Rosselli) è solo la prova di come Roseto ci creda e Bologna non creda a quello che sta capitando. Se non altro con i tanti liberi si resta in zona, ma c’è sempre la sciocchezza in agguato, e 64-62 locale al 30’.

Non segna più nessuno, ma la scimmia rimane: Leunen prova il sorpasso, ma si viaggia troppo lentamente per credere alla riscossa. Pierich ha mano di quelle fatate, ma tra un rimbalzo e un libero, uno spreco e un recupero, forse nemmeno capendo come la Fortitudo riesce ad arrivare allo sprint finale in parità. Regala la F una infrazione di 24”, regala Roseto con Pierich che esagera da 9 metri, regala Hasbrouck forzando da lontano, regala Roseto buttando un pallone recuperato da Leunen, Cinciarini cicca il gol allo scadere, supplementare a quota 74.

E alla fine la carrozza tornò zucca, per Roseto, e tutto al contrario per Bologna: due perse iniziali per gli abruzzesi, due corse a canestro, ed è la sberla che serviva per svegliare definitivamente la Fortitudo e per stordire gli Sharks. 11-0 di parziale in 2’, e il finale è solo una gestione di fronte agli ultimi, disperati, attacchi rosetani.



( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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