Più difficile, forse, per i giocatori Fortitudo, affrontare l'abbraccio dei tifosi rimasti alzati per attendere l'arrivo del pullman, che non vincere lo scudetto. Il Sacabus che riporta la squadra verso Bologna si ferma per breve sosta in autogrill, evita la solita (ma anche di notte?) coda per lavori in corso tra Modena Nord e Modena Sud, ed è costretto a piantarsi subito dopo Porta Lame. Qui, ore 2.35, il felice impatto con chi si era spostato da una Piazza Maggiore formato bolgia verso il Paladozza: tra mani che sventolavano la santa vittrice bandiera, canottiere della Fortitudo di oggi, di ieri e dell'altroieri, cori e fumogeni, a Basile il compito di aprire la marea umana come novello Mosè, e migrare verso il camioncino da cui esporsi al pubblico. Altri giocatori lo seguono, in similtrenino di Capodanno: Rombaldoni in primis, e altri a ruota. Per chi non trova posto sul furgoncino, ecco crearsi dei piccoli capannelli di tifosi che strappano una foto, o vogliono solo condividere le lacrime di gioia con chi le ha rese possibili: Bagaric trova ostello sotto il portico, Rancik viaggia di auto-coro insieme a chi lo inneggia, baci e abbracci per Mancinelli e tutti gli altri. Slogan con massimo dei decibel quello per Gianluca Basile, ma anche Jasmin Repesa, stanotte, tornerà a casa con il suo nome rimbombare nei padiglioni auricolari. E per chi, dalle terrazze sovrastanti, si affaccia in pigiama, poco da dire: c'è tempo per dormire. Oggi, a Bologna, si festeggia.

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RUBEN DOUGLAS, EROE FORTITUDO