Sergio Scariolo è stato sentito da Piero Guerrini per Tuttosport. Un estratto dell'intervista.

"In generale abbiamo cercato di mantenere il nucleo per dare forza, completando il progetto con scelte di prospettiva almeno biennale. Il lungo termine di questi tempi è quasi impossibile, ma il medio deve essere l'obiettivo e un buon compromesso. Del resto competere con i budget delle grandi potenze, Cska, Barcellona, Real, pareggiare o avvicinare le loro spese è impossibile. Allora bisogna provare a ridurre il gap con le idee tecniche. Purtroppo abbiamo avuto guai fisici fin dall'inizio e così non abbiamo mai smesso di cercare giocatori. La Supercoppa dà fiducia, ma siamo indietro nonostante l'impegno ammirevole dei ragazzi, perché dobbiamo aggiungere due giocatori chiave: il sostituto dello sfortunato Udoh, che per carisma, qualità, esperienza era già diventato un totem. E poi Nico Mannion che sta iniziando dopo i problemi. Ci sarà una fase critica, lo sappiamo e la supereremo. Spero di avere il nuovo centro fra un paio di partite.
Io e Messina? Ci ritroviamo ma non ci siamo mai persi. Siamo stati in Russia, negli Usa, sempre a contatto. Ci sentiamo spesso. A me non fa effetto affrontare la sua squadra, a lui ancora meno la mia. All'inizio era stata un po' montata la rivalità, qualcuno aveva gusto a metterci contro. Forse da giovani c'è stato un po' di dualismo, per nostra inesperienza. Ma abbiamo raggiunto maturità professionale e umane tali per cui non perdiamo energie in banalità. Abbiamo grande rispetto, costruire un duello mi sa di tampone da parte di chi non ha idee, neanche su come comunicare il basket, lo sport. Sarebbe invece auspicabile essere d'aiuto, trasmettere conoscenze. Ma per esperienza so che spesso quando un allenatore esprime un'opinione al movimento dà molto fastidio. E ci si scandalizza.
Che aria tira? Aspetto per giudicare. Ma la sensazione è che sia rimasta l'ipersensibilità verso le opinioni, le tendenze social, le chiacchiere, mentre il movimento dovrebbe essere molto più connesso sul lavoro e sul merito, senza subire influssi esterni. L'esperienza in America ha rinforzato questa mia idea. Qui siamo sensibili al "che diranno", dobbiamo puntare sul "che penso", in ragione del lavoro svolto, della preparazione, della professionalità costruita"


(foto Virtus Pallacanestro)

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