In occasione del derby Ferrara - Virtus Sandro Crovetti, ex dirigente di entrambe le società, è tornato a parlare dopo la retrocessione bianconera e l'ha fatto sulle pagine di Repubblica, intervistato da Luca Sancini.
Ecco le parole di Crovetti:

Crovetti, ricorda? La Virtus come grande approdo per ogni dirigente, e poi quel finale lancinante. Sono state due stagioni totalmente opposte. La prima con la conquista dei playoff, dopo tre anni; poi l'anno scorso, finito nel peggiore dei modi. Sono passato per l'unico colpevole, ma sono uomo di sport e capisco che va così quando si perde. E mi sono dimesso: avevo un altro anno di contratto, ma mi sono preso le mie responsabilità. La società, nelle sue possibilità, fece il massimo. Non è bastato.

Quanto si sente responsabile? Sono stato un facile bersaglio, ma non ho mai allenato la squadra e non sono mai andato in campo. L'allenatore era da cambiare? Ci sono state squadre che si sono salvate anche restando con lo stesso allenatore, e chi sostiene che, cambiando dopo Capo d'Orlando, si sarebbe risolto tutto, fa parte dei grandi profeti del dopo. Io andai in sala stampa per un forte richiamo a squadra e staff, anche perché a me risulta che la squadra volesse la permanenza di Valli. Ho ritenuto fosse giusto continuare così. Non c'è la controprova.

Parliamo di Allan Ray. Davvero non si poteva gestire meglio? Il leader designato praticamente non giocò mai. Ray ha avuto tre infortuni, prima al piede, poi ai due ginocchi. Come società e staff seguimmo, per il suo recupero, le indicazioni di medici che sono di grande prestigio. Ray non ha più giocato perché era infortunato, senza nessun'altra spiegazione. Con lui, la Virtus non sarebbe retrocessa, di questo sono sicuro. Sono stato accusato a posteriori di avergli fatto un biennale. Quell'anno era stato uno dei migliori giocatori del campionato, fu una scelta elogiata da tutti.

Però la retrocessione... Siamo retrocessi con la classifica avulsa di quattro squadre, dopo aver battuto per due volte Sassari che era campione d'Italia. Ma se perdi partite già vinte, come con Caserta due volte....

E sul mercato? Nessuna autocritica? A volte gli incroci di mercato non riescono. L'estate scorsa avevamo già preso Levi Randolph, che poi rimase nella D-League. Ora, ad Avellino, si vede che giocatore è. Johnson-Odom decise di restare in Turchia, così virammo su Fells. Scelta sbagliata. Poi, chi fa le scelte paga e si prende gli insulti. E se perde passa da deficiente, ma fa parte del gioco.

Adesso c'è una nuova Virtus. E pare che pure in società si vada a qualche ridefinizione di pesi. L'idea di chiamare Bucci a fare il presidente è stata mia, e credo che, per come Alberto sta interpretando il ruolo, non fosse sbagliata. Mi piace vedere che sta nascendo una coppia affiatata con Massimo Zanetti, e mi auguro per il bene della Virtus che lui resti affascinato dall'ambiente e si faccia sempre più coinvolgimento. I segnali sono positivi, la Virtus ne ha bisogno per tornare ai livelli che le competono.

Domani c'è Ferrara-Virtus. Ricordi, nostalgie? Bei ricordi: il primo anno di Ferrara in serie A battemmo sia Virtus che Fortitudo. Andre Collins fece un partitone contro Boykins, ricordo che Claudio Sabatini lo prese l'anno dopo a Bologna. Sarà un bell'evento. È un derby, ma la Virtus è favorita. E' partita bene.

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