In vista del big match di giovedì contro Trieste Guido Rosselli è stato intervistato da Luca Sancini su Repubblica.
Ecco un estratto delle sue parole.

Trieste, ancora tu? Sì, perchè finora si sono dimostrati i più forti. Ma un motivo c'è: della squadra che fu la sfidante della Virtus lungo tutto l'anno, hanno molti tratti simili. Il gruppo italiano, ricco di giocatori esperti, e la conferma di Javonte Green. Poi con Bowers hanno preso un ottimo giocatore. Anche quest'anno chi vuole salire dovrà fare i conti con Trieste. Me la ricordo solida un anno fa, la ritrovo così adesso. Ma ce ne sono altre.
Guardando anche all'altro girone, dico Casale. Simile a Trieste come idea di preparare il salto di categoria: progetto lungo, stesso coach, un acquisto importante come Sanders, l'ex Trento, uno tranquillamente da A1.

La partita di giovedì? Io dico sempre che bisogna guardare una partita alla volta, e non do mai troppo significato a una sfida singola. Poi certo, ci sono le cosiddette partite importanti, che se vinte ti possono dare prestigio davanti agli altri e fiducia nei tuoi mezzi. Ma poi se vinci quelle e sbraghi nelle altre, butti via tutto.
Alla Effe è successo? Fin qui ci son state pure partite da vergognarsi. Trieste all'andata, Montegranaro, Jesi. Quindi bisogna sempre stare sul pezzo, non giocarsela solo quando la gara è di grido. E comunque, nonostante qualche figuraccia, siamo lì a contendere il primo posto.
L'ambiente Fortitudo, dall'uscita di Legion alla malattia di Boniciolli, è sempre pieno di scosse? Mah, credo che molte cose percepite da fuori siano amplificate. A Matteo è successa una cosa che può capitare a tutti, ed esula dalle questioni di pallacanestro: ti viene la polmonite e ti devi curare. Noi durante la settimana ci alleniamo bene, c'è serenità e c'è sempre tutto l'impegno. Su quello, se ci fossero critiche, proprio non le accetterei.

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