Guido Rosselli è stato intervistato da Andrea Barocci sul Corriere dello Sport.
Ecco un estratto delle sue parole.

Vincere a Verona non è facile, e questo ci ha dimostrato che possiamo giocarcela su qualsiasi campo. Nella stagione regolare non sempre è avvenuto. Aspetti negativi? Abbiamo avuto la conferma che dobbiamo rimanere concentrati per 40'. La differenza tra i primi 25' e gli ultimi i5' in gara 4 è stata tanta. Non abbiamo messo in pratica trattati di astrofisica, però siamo stati molto più aggressivi in difesa. E' questione di energia. La A2 è un campionato meno atletico rispetto alla A. La differenza la fa appunto l'aggressività.
Il passaggio dalla Virtus alla Fortitudo, cinque mesi dopo. Oltre al basket ci sono tante cose che incidono sulle scelte: con mia moglie incinta, spostarmi in altre città sarebbe stato più complicato. E' stato difficile conquistare i tifosi della Fossa? No sono stati molto disponibili. E poi, come ho detto subito, più che essere loro ad accettare me, avrei dovuto essere bravo io a farmi voler bene.
Avrei fatto comodo alla Virtus? In quella squadra lì no: gli unici spazi disponibili erano nel ruolo di ala forte. Che non è il mio ruolo e non lo sarà mai. Non potevo fare quello che faccio da esterno giocando da "4" in quella formazione.

Che coach è Pozzecco? E' un passionale, in alcune gare esagera, ma ne è consapevole. Comunque è uno di noi, visto che la differenza di età non è poi così forte tra lui e me, Cinciarini e Mancinelli. Chiamare lui tra tanti coach è stata la migliore decisione che la società potesse prendere.
C'è chi dice che la Effe è una squadra di anziani... Lo so, utilizzano il termine "vecchi". Ma alla fine quelli che arrivano a giocarsi la finale sono sempre gli stessi giocatori...

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91