Guido Rosselli, ora a Verona, è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.

Sul passaggio di Aradori dalla Virtus alla Fortitudo. Non conosco le questioni di Pietro e non voglio dare giudizi. Per quanto mi riguarda, scelsi l'Aquila perché mia moglie era rimasta incinta di nostro figlio Folco che ha compiuto un anno lo scorso 5 luglio e perché sarei andato in una società ambiziosa, ben strutturata, che stava facendo i passi necessari per crescere nella maniera giusta. Per quello che ho sentito, forse a Pietro avrebbero potuto dirlo un po' prima, anche se mi sembra strano che un allenatore del livello di Djordjevic non parli chiaramente. Quando la Virtus scelse di mandarmi via, lo decise in una giornata e me lo comunicò subito.

Per la Fortitudo quello di Aradori è stato un grande acquisto? Sì, un po' come quando arrivai io. Pietro conosce già Mancio e Cincia e con Leunen ha giocato a Cantù. Il suo inserimento nel gruppo sarà più facile.

Quale delle due promozioni è stata più bella? Mi sono goduto di più quella con la Virtus. Ero a Trieste e trascorsi la notte a festeggiare in albergo con amici che mi avevano raggiunto. Il giorno della promozione della Effe, un'ora dopo i festeggiamenti al PalaDozza, tornai a casa e trovai mia moglie con la febbre e nostro figlio con la dissenteria. Chiusi la porta e mi misi a letto.

Da doppio ex, per chi tiferà al derby? In entrambe le squadre ho fatto quello per cui ero stato chiamato. In Virtus dei miei ex compagni è rimasto solo Pajola, mentre all'Aquila ci sono ancora Fantinelli, Cinciarini, Mancinelli e Leunen. Per le amicizie, dentro di me vince la Fortitudo 4-1.

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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