Guido Rosselli è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Ecco un estratto delle sue parole.

Sente ancora Valerio Amoroso? Certamente. Lui è un amico e il giocatore che vorresti avere sempre in squadra. In questo campionato Valerio ha l'esperienza e la caratura tecnica per spostare ancora gli equilibri. Giocarci insieme è semplice.
Da avversario sarà più difficile? Per noi sarà una partita importante, la seconda trasferta di fila. Affronteremo una squadra che, come noi, fin qui ha fatto percorso netto negli scontri diretti, espugnando campi difficili come Udine e Forlì. L'anno scorso in casa loro ci hanno dato una bella ripassata. Ancora ce lo ricordiamo. Questa volta vogliamo vincere noi.
La chiave della partita? Dovremo cercare di difendere in maniera più costante, senza avere pause. Con un'avversaria come Montegranaro non ce lo possiamo permettere, soprattutto a casa loro. Poi sarà fondamentale cercare di evitare che loro prendano entusiasmo dal clima caldo o da qualche parziale. Servirà una gara solida.
Ci sono somiglianze tra questa Fortitudo e la Torino di Mancinelli, Rosselli e Amoroso? Sì. Parliamo di due squadre esperte, composte da giocatori con trascorsi importanti anche in categoria superiore. Quella a Torino fu una stagione strana. Verona sembrava un tritasassi, perse quattro partite in regular season, ma poi fu eliminata presto nei playoff da Agrigento che arrivò a giocarsi, e a perdere, la finale con noi. C'eravamo io, Valerio, Mando, Giachetti, Fantoni, Lollo Gergali. Nello spogliatoio ci trovavamo a meraviglia. Come accade oggi in Fortitudo.
Una risposta a chi diceva che la Fortitudo è troppo vecchia? Quello che ho sempre detto e cioè che alla fine, in finale playoff, arrivano sempre le squadre con gli stessi giocatori. Penso ai vari Cittadini, Cavaliero, Da Ros, Mancinelli, me, Blizzard.
La Virtus? Della Virtus non ho visto neanche una partita, per cui non posso esprimermi. Del derby per scaramanzia non dico niente. Vediamo come va quest'anno.

(Foto di Fabio Pozzati / ebasket.it)

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