La presentazione di Rok Stipcevic, avvenuta oggi nella sede di Lavoropiu.

“Arrivando qui a Bologna ho trovato tutto quello che mi hanno raccontato e forse anche di più: gente appassionata di basket, di Fortitudo, e sempre al tuo fianco. Quindi il nostro dovere sarà quello di lasciare il cuore sul campo e dare ai tifosi, che sono una buona parte di questo progetto e società, passione e grinta. Io sono il play, sono la mano destra dell’allenatore e non avrò solo un ruolo dentro il campo, ma anche un esempio al di fuori, quindi dovrà dare il massimo”

Sarai uno dei leader? “Certo che posso e voglio esserlo, non lo metto nemmeno in dubbio, altrimenti non sarei qui oggi con voi”

Un giudizio su Robertson? “In ritiro ero in camera con lui. Con la mia esperienza, sapendo che lui dentro il campo è uno che sa dare il massimo ma fuori è un po’ timido, gli ho parlato per dirgli come deve reagire in qualsiasi momento. Devo aiutarlo a far gruppo, perché una persona da sola non vince le partite e lui deve essere parte di tutta la squadra. Gli ho dato istruzioni di come deve comportarsi in camera, dicendogli di fare il letto e sistemare la stanza: tante cose in cui lui deve crescere, cosa che poi dobbiamo fare tutti anche fuori dal campo. Non possiamo essere solo atleti che giocano a pallacanestro e basta”

Su Fantinelli? “Con lui mi trovo bene. Scherziamo sempre, e non vedo l’ora che torni per darci una mano”

Il tuo impatto, invece? “Fin dall’inizio mi sono trovato bene con tutti. Sono bravi ragazzi, siamo un gruppo compatto e determinato, ma per la mia esperienza è presto per dare obiettivi e giudizi finali su quella che è la squadra. Magari a Natale ne riparleremo, vedendo cosa sarà andato bene e cosa male. Ora è tutto ok, siamo sulla strada giusta e facciamo quello che ci viene detto da Antimo Martino, ci stiamo allenando bene ma rivedremo tra tre mesi”

I tuoi obiettivi? “Fare crescere me stesso ma anche i miei compagni di squadra. La cosa importante è che ci sia sempre un noi, e mai un io”

Qualche ricordo del tuo passato? “In ogni squadra mi sono trovato bene, ho avuto tanti momenti belli e la mia carriera la rifarei tutta uguale, per quelle che sono state le scelte fatte in Italia. Il momento più bello forse è stata la finale di Coppa Italia con Milano quando giocavo con Sassari. Ma non si può fare una classifica delle squadre del mio passato, non ci riesco, perché ho avuto buoni rapporti dappertutto”

Hai parlato con qualcuno prima di venire qui? “Con Basile e Recalcati, e ho incontrato Savic: tutti hanno confermato la stessa cosa, ovvero che mi troverò bene, e che il tifo sarà speciale, non girandoti mai la schiena se verrà dato il massimo. Ma alla fine la scelta è stata mia, parlando con il coach e il presidente e vedendo la loro volontà ed energia, oltre ad un ambiente che vuole crescere”

Fuori dal campo che persona sei? “Si fa sempre qualcosa che possa preparati al campo, perché il lavoro è anche essere preparato. Non puoi andare in giro per Bologna e poi allenarti, è tutta una catena. Io fuori leggo, gioco a scacchi con Leunen e il torneo di Lizzano l’ho vinto io. Poi guardo basket in tv, seguo i mondiali, sto con la famiglia e cerco di non stancarmi. E mi prendo cura della mia dieta”

Il derby? “Come ho detto, le facce giuste si vedranno a Natale, prima ci sono tante partite, e quindi ne parleremo in futuro. Pensiamo a noi e alle nostre partite”

Sarà un piccolo derby con Markovic e Teodosic. “Tutti e tre a 20 anni abbiamo giocato nella Lega Adriatica e ci siamo affrontati con le Nazionali. Possiamo salutarci, essere amici, ma la rivalità in campo rimane e in quei 40’ siamo nemici. E’ una cosa normale, da dove vengo non si fanno fare punti nemmeno ai propri figli, se ti sono avversari”

I Mondiali? “Una tra Spagna, Grecia, USA e Lituania vincerà. Ne manca una? Quando fai un precampionato troppo bello poi non vinci mai”


(Foto Noel Gallagher)

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