Basket e pallavolo sono accomunati da un destino simile. Entrambi sport che si giocano al chiuso, entrambi fortemente dipendenti dai ricavi del botteghino. E per questo motivo la linea scelta da Governo e CTS - ovvero protocollo estremamente rigido e porte chiuse - spaventa i vertici di entrambi gli sport, che stanno lanciando da giorni grida d'allarme, per ora inascoltate.

Oltre ai costi per tamponi e sanificazioni - stimabili in 10mila euro al mese per società, c'è la questione porte chiuse.
Queste le parole di Massimo Righi - presidente di Legavolley - ai microfoni di Radio RCS.
Se la stagione dovesse ripartire a porte chiuse, abbiamo stimato che potremmo resistere solamente sei giornate.
Alla settima chiuderemo la Superlega.
La ripresa è legata alla situazione epidemiologica e alle decisioni che assumerà il comitato tecnico
scientifico in concerto con il ministero della sanità. Noi siamo prontissimi per ricominciare, abbiamo già incontrato più volte il ministro delle finanze e quello dello sport. Chiediamo un atto di coraggio al Governo per quanto riguarda le discipline sportive. Francamente non ci spieghiamo perché sono aperti i musei, i cinema e anche le discoteche, oppure perché c'è la possibilità di andare in aereo, un tubo lungo 40 metri, dove sei schiacciato al tuo vicino. Però all'interno degli impianti sportivi non si può entrare...Occorre un'attenta riflessione, perché lo sport è un valore nel quale tutti ci riconosciamo. Aspettiamo con ansia, ma anche con fiducia, il prossimo decreto, però in questo momento siamo in un limbo. Se la stagione dovesse ripartire a porte chiuse, abbiamo stimato che potremmo resistere solamente sei giornate. Alla settima chiuderemo la Superlega, così come concluderemo i campionati di serie A2 e serie A3.

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