Saranno consegnate in mattinata al Giudice Sportivo le carte con cui la Fortitudo chiederà la non omologazione della partita di sabato sera contro Pesaro, dopo una giornata (ieri) in cui nè Bologna nè Pesaro, appunto in mancanza di dati nuovi, hanno commentato la scelta biancoblu di ricorrere al risultato del campo. Il problema, come detto, verte sulla presenza in campo di Justin Robinson, e sulla sua idoneità al ritorno all'agonismo dopo la positività al Covid.
Detto che qualsiasi ricostruzione su cosa scriverà la Fortitudo è ancora precoce, sui giornali di oggi, in particolare Corriere di Bologna, Corriere dello Sport e Repubblica, l'avvocato Enrico Cassì dichiara "Che sabato sera vi fosse una situazione incoerente con il protocollo Covid è un fatto oggettivo. Di mezzo vi sono ovvie questioni di privacy, ma la violazione del protocollo appare evidente. In gioco c'è molto più di una partita, ma la tenuta dell'intero regolamento Covid. Si deve fare chiarezza ed eventualmente sanzionare se le regole non sono state rispettate.".

La domanda che si porrebbe Bologna è se sabato fossero passati i dieci giorni di quarantena previsti per una positività dichiarata il 1° aprile, se ci fosse quindi l'idoneità agonistica e se ci fosse, nelle documentazioni, l'Holter 24 ore che pare obbligatorio (ma che i giornali pesaresi notano non essere presente nel protocollo pubblicato sul sito FIP).

Mentre da Pesaro fanno presente che è difficile che un errore sia stato commesso dal medico sociale Piero Benelli, che in autunno aveva contribuito a stendere il protocollo sul Covid, oggi il Giudice Sportivo deciderà se convalidare o no il risultato, che potrebbe non essere omologato in attesa di altre documentazioni. Il districarsi nella situazione è reso ancora più complesso dal fatto che si tratta di una materia completamente nuova, senza precedenti e quindi difficile da interpretare.

(foto VL Pesaro - Luca Toni)

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