Il capitano della Virtus, Giampaolo Ricci, ha affidato ai social il suo commento alla sconfitta di ieri sera.

Fa male, malissimo.
Sconfitte del genere sono cicatrici che rimangono. L'unica cosa positiva è che diventano dure, si chiudono, creano tipo una resistenza ad ulteriori urti. Ti formano...o almeno così dicono.

Non so se crederci.
So solo che ho il cuore a pezzi. Non chiudo occhio e rivedo in testa le immagini della partita. Vorrei rigiocarla ora in questo istante. Ma non si può.

Il basket è così. Alcuni giorni amico, altri giorni stronzo. Un bel po' stronzo. Vinci Gara1 e sei ad un passo dalla gloria. Ma poi torni sulla terra e se non concretizzi due match point vuol dire che qualcosa non è andato.
Allora bagno di umiltà. Esame di coscienza. Autostima che crolla a picco.

Sarebbe stato bello coronare questo sogno. Andare in finale, accedere di diritto alla tanto bramata Eurolega, dare concretezza alle ambizioni di una città, di un club, di una squadra, di una famiglia.
Ma non sempre i sogni si avverano. E devi metterci la faccia, prenderti la responsabilità.
Noi ce la mettiamo. Abbiamo vinto 19 partite in fila tutti insieme, e abbiamo perso quella che conta tutti insieme. Ma amo la mia squadra. Perché la vivo ogni singolo fottuto giorno e solo noi sappiamo quanto non sia stata facile e scontata la strada.

Vuol dire che non siamo stati pronti.
Stanchezza? Pubblico? Non hai scuse. Non hai fatto abbastanza. Dovevi dare di più perché non doveva finire così.

Non dormi. Vorresti mollare, lasciar andare tutto. Ma sai, senti, che c'è qualcuno aggrappato a te, che i tuoi sogni sono quelli di molti altri. Di un popolo virtussino che ringrazi di esserci sempre stato anche non potendolo toccare mai.

Provi a rimettere insieme i pezzi. A cucire quella cicatrice, cementarla.
E domani ricominci. A lavorare, a costruire, a metterti in gioco. A far ardere quella fiamma che ti brucia dentro e che nessuno potrà spegnere mai.

Le parole e i rimpianti se le porterà via la notte, come sempre. E come sempre domani entrerai in spogliatoio e proverai ad uscirne un po' migliore. Per continuare a coltivare quel sogno che ti rende vivo. E che continua a far battere quella grande V nera che hai nel petto.

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