La prima vittoria in trasferta di una bolognese arriva in una di quelle giornate dove alla fine è anche complicato, se vogliamo, dare un giudizio alla prestazione. Il classico double face, fatto di primo tempo (e due azioni) in cui la Fortitudo è stata al limite della perfezione, arrivando quasi al ventello con ottima difesa e attacco che magari non è stato di quelli fondati sul collettivo, ma che alla fine i punti a casa li ha portati. Poi il tracollo, con un 12-33 di parziale dove, come si suol dire, tutti colpevoli nessun assolto. Infine, collassati al -2, i bolognesi hanno ritrovato la forza e il coraggio per andarci a riprovare, tornando a difendere nelle azioni decisive, e dimenticando qualsiasi fronzolo offensivo limitandosi ad andare da Montano. Che ha risposto presente, con la tripla decisiva del 62-57 e facendo gioco-partita-incontro come si suol dire.

Chiaro, non è stata la migliore delle Fortitudo possibili, visto il vuoto pneumatico arrivato da una panchina (solo due di Carraretto) limitata da infortuni e tutto il resto. E visto come, nel momento più complicato della partita, la squadra in attacco non sia più riuscita a trovare alternative ad un tiro da 3 che un conto è se arriva da chi la mette (Montano, appunto), un conto è se arriva da chi non è in giornata. Solo un cesto da due punti in tutto il secondo tempo, per intenderci, ma vista la difficoltà e tutto il resto alla fine ha fatto bene Boniciolli a puntualizzare il fatto che, in queste condizioni, conta vincere e non il resto. E brava la squadra a restare calma e indifferente mentre tutti intorno facevano rumore e canestro: prova di maturità, e amen se poteva essere una facile domenica e invece non è stato così.

In soldoni, conta portarla a casa, in un momento non del tutto facile sotto tanti aspetti, andando a togliere la scimmia dalle spalle di una squadra che, era chiaro, soffriva questo problema di non riuscire ad andare in trasferta e fare le stesse cose che hanno permesso al Paladozza di diventare l’emblema dell’inospitalità. Ora servirà mantenere alta l’attenzione, non dimenticando che far gol fuori non significa dimenticarsi come si fa a vincere a casa. Anche se sarà proprio il giorno di Natale.


Ancora un altro entusiasmo ti farà pulsare il cuore - Montano, Montano, Montano. Poi Daniel. Poi Sorrentino. Poi la squadra che si è compattata quando stava per andare tutto a rotoli, per non dir di peggio.

Ne abbiamo avute di occasioni perdendole - Per chi non era a Recanati, tanto di che divertirsi: il cronista locale che per 40’ ha notato che nella Fortitudo giocava tal Lee (Bruce?) e che ha lungamente confuso Lauwers con Lawson, non esattamente separati dalla nascita. E, peggio, la teletrasmissione sull'emittente esclusiva bolognese, tardiva e, a lungo, di fatto inguardabile. A metà campionato, insomma, ci si può aspettare qualcosa di meglio.

FORTITUDO, FESTA DI NATALE CON SPETTACOLO DI VITO
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE