Carlo Recalcati, senior assistant di Gianmarco Pozzecco in Nazionale, è stato intervistato da Giuseppe Sciascia su La Prealpina.
Un estratto delle sue parole.

Abbiamo trovato rapidamente un equilibrio, al di là del mio rapporto con il Poz con il quale ci si intende con una sola occhiata. Ognuno per la propria competenza e il proprio compito il lavoro dello staff si è sviluppato in maniera efficace; per me è un ruolo nuovo nel quale bisogna trovare le giuste dinamiche con lo staff e la squadra. Ma vanno usati i toni giusti nei tempi giusti, pronunciando le parole necessarie senza prevaricare.
Da quanto dura il suo rapporto con la Nazionale? Ci ho pensato venerdì scorso prima di andare in campo quando Paul Biligha mi ha chiesto a che presenza sono arrivato: ormai si va verso i 60 anni di azzurro tra il primo approccio con le Nazionali giovanili del 1963, il periodo
1967­1976 da giocatore e quello dal 2001 al 2009 come coach. Con la Nazionale A sono a 398: una vita in azzurro....

Una Nazionale votata allo small ball. Non possiamo fare diversamente alla luce delle caratteristiche dei giocatori a disposizione. Con le partite di preparazione diventeremo progressivamente più affidabili, dovendo trovare alternative a Fontecchio per avere sempre protagonisti diversi. E anche le guardie devono fare la loro parte: Gianmarco pretende sempre il massimo in difesa e su questo non transige, ma in attacco concede grande libertà, senza mettere in croce nessuno se sbagli un tiro.

(foto FIP)

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