Marco Ramondino è stato intervistato da Walter Fuochi su Repubblica.
Un estratto delle sue parole.

L'obiettivo per Tortona nei prossimi anni. L'obiettivo c'è. Prendere consistenza. Anno dopo anno. Ripetere quello precedente, migliorare un altro po'. Farsi trovare pronti se davanti sbaglieranno stagione. Difficile? Venezia, Sassari, Trento, Reggio Emilia, nel recente passato, si sono infilate nei buchi lasciati da qualche annata storta di Milano. Adesso sono due, con Bologna. Più difficile, ma non impossibile. In ogni caso la sfida è stimolante, e anche fare la coppa è un segnale a noi stessi di voler uscire dalla comfort zone..

Il duopolio Olimpia Milano - Virtus Bologna fa bene o male al basket? Ho letto, non entro in polemica, credo solo che far salire il livello giovi a tutti. Milano e Bologna hanno riportato in Italia Messina e Scariolo, i migliori di tutti noi, due che presto saranno nella Hall of Fame di Springfield, e con loro sono arrivati campioni di cui godiamo tutti, pezzi unici come Teodosic e Rodriguez, ma anche i tanti altri che giocano lì e stimolano noi a far meglio.

Che riflessioni fa l'allenatore dell'anno? Nessuna riflessione particolare, solo che questo è uno sport di squadra, e non ci fosse la squadra, che mi ha dato tanto, non ci sarebbero premi per il coach. A 40 anni passo per un allenatore giovane, ma sempre quei due, Scariolo e Messina, vincevano uno scudetto a 29 o guidavano la nazionale a 33. Non mi chiedo se sono pronto per piani più alti, li vedo occupati da gente più brava di me, e oggi trovo perfetta questa dimensione di Tortona. Amo i cicli lunghi, i progetti da far avanzare e chiuderò a giorni la quinta stagione qui, con contratto fino al 2026, anche sapendo che ne basterà una sbagliata per uscire. È il mestiere. Ci si inciampa.

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