Le parole di Alessandro Ramagli alla vigilia della gara interna con Imola.

“Se vogliamo usare un termine tipico degli anni 80, Imola è passata da essere una Banda Bassotti a tutto il contrario. Hanno messo dentro una giocatore da 208cm da 4, Maggioli gioca da centro, e tutto il quintetto è molto diverso. Cohn è rimasto come play titolare, mentre Norfleet è stato sostituito per Hubalek che, come detto, ha reso diversa Imola. Mantengono le solite caratteristiche tattiche, ma hanno situazioni di maggiore coinvolgimento dei lunghi, e comunque è una squadra che si sta trasformando. Quindi, i parametri su cui abbiamo dovuto lavorare, in pochi giorni, sono diversi rispetto a quelli dell’andata. Sono una squadra molto pericolosa, che sta cambiando pelle, e attinge per questo a nuovi canali di gioco”

Voi come state? Come vi siete ritrovati dopo l’Europeo? “Come mi aspettavo, con disomogenea condizione fisica, ma stesse qualità caratteriali e morali, questo la pausa non ce le ha fatte perdere. Ma c’è distonia tra come siamo e come stiamo. Dopo la ripresa abbiamo affrontato tre battaglie, ed esserne usciti vincenti ci ha fortificato. Ora dobbiamo ritrovare i nostri giochi e la condizione fisica. In questo, l’assenza di Ndoka non ci aiuta: non piango mai, ma la nostra rosa titolare non ha mai giocato, in tutto il girone d’andata, o quasi. Perché lui ha giocato o con la caviglia gonfia o solo per farci un favore”

Ti aspetti risposte da qualcuno, specie dai giovani che a Piacenza non sono andati al meglio? “Le risposte le ho già avute in questi due giorni, dopo essere ripartiti con gli allenamenti praticamente solo giovedì e venerdì”

Hai paura che le ultime due vittorie, sempre rincorrendo, possa farvi credere che comunque, anche sotto, le potete sempre recuperare? “No.. ci è stato detto prima che le vincevamo solo dominando, poi con il tiro, ora solo recuperando. So che vincere e perdere non dicono mai tutta la verità, vittorie e sconfitte sono il nostro compagno di viaggio, ma l’analisi deve andare oltre, altrimenti restano mezze verità o grandi bugie. E le analisi non possono essere fatte da chi viene intortato dalle vittorie o abbattuto dalle sconfitte. L’obiettivo di ogni allenatore è essere sempre al massimo, come durezza, ed è qualcosa che ora non possiamo fare, per cui ci sta che vittorie o sconfitte arrivino in modi diversi da quelli prefissati, nemmeno il CSKA riesce ad avere continuità.”

Ti sei fatto tabelle di marcia sul modo in cui stanno procedendo i tuoi lavori? “Nelle prossime settimane ci sarà maggiore omogeneità tecnica, ritroveremo molto da questo punto di vista, e andremo molto a fondo nelle analisi. Spero che servano anche per ritrovarci fisicamente, e poi alla fine di queste due settimane inizierà un ciclo in cui si giocherà e basta. Dobbiamo ritrovare questo equilibrio, e se ci sarà qualcuno da inserire lo faremo, altrimenti andremo avanti con chi c’è”

Timore di arrivare un po’ stanco alla fase finale del campionato? “Il nostro compito è non farlo. Intanto arriviamoci, alla parte cruciale della stagione, perché il modo migliore per giocare i playoff è giocare bene la regular season. Poi è normale che, come in tutti gli sport di squadra, ci siano curve e non picchi di rendimento, con alti e bassi.”

Come si riesce a preparare, insieme, giocatori diversi come Pajola e Michelori? “Con lavori differenziati, ma anche nella proposta in campo ci sta dare ad ogni singolo giocatore momenti di riposo specifici.”

Cercherete qualcuno di simile a Ndoja, buon tiratore, o pensate anche ad altro? “Il mercato non lo fa la Virtus, ma lo fa il mercato. Sarei felice di avere un clone di Ndoja, non dovrei nemmeno lavorare tanto se ci fosse Mauro invece che Klaudjo, Ndoja. Invece dovremo trovare chi c’è, ed essere pronti ad eventuali adattamenti”


Il video, grazie a Sportpress

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