Questa mattina il coach della Virtus Alessandro Ramagli è stato ospite di Simone Motola e Marco Merlini a "Scusate l'interruzione" su Radio Nettuno.

Ecco una sintesi delle sue parole:

Partiamo dall’estate e dal tuo arrivo sotto le Due Torri: La mia decisione di venire a Bologna, non è stata molto lunga, volevo allenare a Bologna. Ma non ero libero, ero sotto contratto con Siena; fortunatamente, alla fine tutto è andato per il meglio e sono a guidare una squadra per la quale, secondo me, nessun coach può dire di no.

La costruzione della squadra? In A2 non si parte dagli americani. Hai bisogno di 3 o 4 giocatori significativi. Noi avevamo dei giovani da far giocare e, quindi, siamo stati facilitate nelle nostre scelte sui due stranieri.

Sei soddisfatto della squadra o pensate di fare delle addizioni? Non abbiamo nessun assillo, perché stiamo portando avanti quello che avevamo in testa. Non saranno due sconfitte consecutive a farci cambiare idea. Teniamo gli occhi aperti perché dobbiamo essere pronti a qualunque emergenza. Ndoja è stato fermo per 3 mesi e dobbiamo avere pazienza. Ci vorrà del tempo per rivederlo al 100% e ritengo che ne sia conscio. Come migliorare la squadra? Non ho una risposta, almeno non oggi. Noi, per il momento, non cambieremo niente. Puntiamo a crescere e faremo le nostre valutazioni nel momento ‘caldo’ della stagione. Se hai ambizioni, lo ‘straniero di scorta’ ha un senso nei playoff. Proteggere gli stranieri mi sembra una cosa intelligente, da fare assolutamente.

Quanti stranieri prenderesti, in caso di serie A? Credo che ne basterebbero quattro o, al massimo, cinque.

Ora, sareste al completo. Ieri sera, al primo allenamento con tutti rientrati, c’era una grande eccitazione, ma, l’euforia è durata poco perché non era passata neanche un’ora e Spissu e Oxilia si sono dovuti fermare per problemi diversi, legati soltanto alla sfortuna.

Quanto vale la qualificazione alle Finali di Coppa Italia? Sarebbe il premiare un buon lavoro che abbiamo svolto finora. Ogni partita può sempre essere vinta o persa, senza guardare troppo il calendario e l’avversario che ci mette di fronte.

E i playoff? Sono il nostro obiettivo perché serviranno a far crescere i nostri giovani.

Oxilia è un ala piccola o forte? Un’ala, punto. Il ruolo dipende spesso dalle attitudini defensive. Può marcare dei 3 e anche dei 4. Quindi è un’ala, non un secondo lungo”.

Non credi che Umeh e Lawson stiano giocando troppi minuti? Nelle squadre forti, gli stranieri giocano tanto, ma difficilmente superano i 30-32 minuti di media e la nostra coppia è entro quei limiti.

Parliamo del 6 gennaio? Ho la sensazione che il derby sia veramente una partita speciale. Gara sentitissima che esula dal campionato, è una sfida a se stante. Bisogna avere la giusta tensione. Tutti vorranno giocare al massimo delle proprie possibiità. Solo Michelori e Mancinelli sanno cosa vuol dire. Sono curioso di vedere le risposte che potranno darci i ragazzi più giovani, ma anche Rosselli piuttosto che Ndoja. E, poi, il derby non cambierà, almeno credo, il rapporto di stima e amicizia con Matteo Boniciolli. Nel dubbio, gli comunico, in diretta, che chi vince paga la cena all’altro…

Giovedì, però, ci sarebbe la trasferta Roseto. Sono una squadra offensivamente molto pericolosa e che in casa ha perso una sola partita. Campo caldo e mi aspetto una gara molto difficile. Dobbiamo prima contarci, poi cercare di capire a che punto le nostre sinapsi sono pronte a riconettersi l’una all’altra.

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