A pochi giorni dalla prima partita da ex contro la Virtus, abbiamo sentito Alessandro Ramagli.

Domenica sarà una sfida emozionante? “Emozioni piacevoli, la Virtus è una realtà che sento mia ancora adesso e reincontrarla è un piacere. Sono stato baciato dalla fortuna, spesso sono tornato in posti dove ero stato bene, e sono sempre state belle sensazioni, ricordi legati a luoghi e persone forti, e non essendo mai andato via sbattendo la porta ogni cosa è bella da rivivere”

Pistoia viene da un periodo positivo dopo un inizio difficile. “Non c’è una chiave per questo cambio di passo, un club deve avere la percezione di cosa stia facendo la squadra nel lavoro giornaliero: se hai la sensazione che manchi qualcosa, anche a livello umano, allora devi agire anche se sei primo in classifica. Se invece il gruppo di lavoro è sano, se ci sono buone connessioni tecniche e personali, non c’è bisogno di cambiare. Qua c’è stata la lungimiranza di chi vedeva come stavamo lavorando, ci sono state subito sei sconfitte consecutive, ma sappiamo quelli che sono i nostri obiettivi, ovvero la salvezza, e quindi non c’è stato nulla di particolare. Per fortuna poi è arrivata la vittoria di Sassari, in grande emergenza, a darci confidenza, ma questo avviene se il gruppo è sano. E da qui c’è stata l’inversione di rotta, niente altro: niente colpi di teatro, siamo e resteremo questi, ma ora più o meno dimostriamo di essere competitivi per quelli che sono i nostri obiettivi”

La Virtus al contrario non sembra stare benissimo. “Ho visto una squadra di talento, profonda, che al completo, ovvero con un giocatore importante come Martin, è stata competitiva con tutti. E che in Europa è al di sopra delle aspettative. Grave l’assenza di Martin, specie in difesa, ma in campionato ha giocato spesso contro squadre che la sopravanzano, quindi non ha avuto un calendario molto semplice. Chiaro che poi la Virtus ha avuto bisogno di adattarsi ad un tipo di gioco diverso, all’impegno infrasettimanale; non ha giocato bene contro Sassari, non stava facendo male con Pesaro, ma le squadre si consolidano con il tempo, e questo gruppo sta insieme da 4 mesi, non da 4 anni. Questo può essere il motivo dell’alternanza di risultati, ma non vedo una squadra in crisi o malata, solo una squadra che deve completare il processo di assestamento col tempo. Non vedo brutte facce, e la gara di ieri lo dimostra: ha tenuto il pallino del gioco, poi qualche episodio non è stato favorevole. Vorrei vederli tra un po’, e al completo”

Che persona e allenatore è Sacripanti? “Un professionista di cui ho grande stima, che conosco da 30 anni, che fa giocare bene e con organizzazione le sue squadre, che ha saputo far emergere talenti poco conosciuti o che ha saputo far rifiorire talenti un po’ persi. E’ una persona che sa parlare con la gente e con i giocatori, che ha un rapporto personale e professionale con tutti quelli che lo circondano. La Virtus è nelle mani di un eccellente professionista e di una persona per bene”

Nell’aver rimesso ‘la maglietta della Virtus al suo posto’ c’è anche il tuo merito. “Lo rivendico. Quando un gruppo di lavoro ottiene risultati vuol dire che tutti ci abbiano messo il proprio. E quando un allenatore si mette davanti alle esigenze della squadra e agli obiettivi del club vuol dire che sta dando il peggio di sé, cercando di trarre da una situazione la migliore esposizione possibile per se stesso e non esercitando correttamente il concetto di leadership. Io non sono così: se la Virtus è tornata in serie A, se ha saputo tornare a riempire un palasport meraviglioso come il Paladozza, se ha fatto una eccellente stagione non raggiungendo i playoff solo per differenza canestri, allora ci sono una componente di meriti e l’allenatore non ne fa difetto”

Pajola sta continuando ad avere molto spazio, ma a fasi alterne. Ci vuole pazienza? “Non si tratta di pazienza, ma solo di stabilire, per un ragazzo del ’99, il giusto percorso per far sì che possa esprimere il meglio di quello che è. Quando l’ho visto giocare ho visto un giocatore di personalità, che sa già mettere in campo le sue prerogative principali, che per forza di cose deve ancora migliorare il proprio bagaglio tecnico. Sa già dare una mano vera alla Virtus, e questo è stato il pensiero di chi lo ha voluto tenere. Se il suo percorso personale coincide con quello del club, allora si deve andare avanti e, ora sì, avere pazienza. Avessero deciso di fargli fare una esperienza diversa, di tanto gioco, avrebbero fatto altre scelte, ma io sono d’accordo su cosa hanno deciso su di lui.”

Quest’anno ci può essere una alternativa a Milano? “Secondo me no. Al netto di problematiche che ora ha, con l’assenza del suo secondo miglior giocatore, ovvero Nedovic, qualche battuta d’arresto la sta avendo. Ha qualitativamente la miglior struttura del campionato, ha il miglior know-how assieme a Venezia, e mi sembra inarrivabile. In una serie a 5 o 7 non è battibile, in una gara secca non è escluso che possa essere battuta, ma non in un playoff”

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