Le parole di Alessandro Ramagli alla vigilia della partita casalinga con Jesi.

“Jesi ha cambiato poco, ha chiavi di lettura molto chiare, improntate su una coppia di americana che è tra le più produttive, a tutto tondo, del nostro girone. Sono due giocatori apparentemente simili ma in realtà molto diversi: Bowers è un buon realizzatore ma è il tipico giocatore di squadra, tra i migliori assistmen della lega, mentre Davis è il tipico soggetto capace di fare punti in tutti i modi, fisicamente in grado di prendere tiri anche contestati. I due lunghi sono compatibili a questo sistema di squadra: Benevelli è molto duttile e può aprire il campo, Maganza è il classico giocatore d’area, grande rimbalzista d’attacco. I due play non lo sono, in realtà, perché non hanno compiti di regia: sono giocatori funzionali, prendono quello che nasce dagli americani, mentre dalla panchina escono altri giocatori di squadra. Come campionato, stanno facendo qualcosa di straordinario, ma che aveva tutte le premesse per farlo: anche quando perdevano si capiva che avevano una buona chimica, e sono bastati pochi successi per salire in classifica e guardare i playoff. Sono pericolosi, in salute, hanno vinto a Treviso, hanno fatto testa a testa contro la Fortitudo, la classica squadra che ha poco da perdere. E noi siamo già stati scottati, in casa, contro Ferrara. Questa gara conclude un ciclo di gare ravvicinate, e noi dobbiamo ritrovare il nostro bagaglio di energie”

Chieti era una partita importante. “Lo era per tutto il pregresso, vincerla ha dato molto significato, mentre perderla non avrebbe cambiato molto. E’ stata una gara molto strana, fuori dalle regole, l’abbiamo portata via con le unghie, nemmeno sapevamo più chi poteva giocare. Molto significativa, mentre la gara di domani si riflette poco con quella di Chieti se non per le conseguenze fisiche e mediche di chi l’ha giocata.”

Infermeria? “Michelori non si è allenato, ha un problema alla schiena che si sta risolvendo ma che non gli ha permesso di lavorare. Spizzichini è quello che va monitorato con più attenzione, anche se per fortuna non ha problemi neurologici. Ieri si è allenato ma gli è venuto mal di testa, e alla fine non siamo nemmeno riusciti a fare un cinque contro cinque. Abbiamo preparato la partita cercando di lavorare su qualche concetto, e cercando di recuperare chi è affaticato. Ecco perché Chieti ha conseguenze, soprattutto fisiche”

Loro vanno molto di parziali. “Vivono del bene e del male dei loro americani, che quando non sono soffocati dalle difese riescono ad essere efficaci ed efficienti. Non è un avversario facile, richi sempre di cadere nell’equivoco di limitare tanto quei due ma rischiare poi di accendere gli altri. Ci vuole il giusto bilanciamento, ricordando che questo è un gioco di squadra.”

Ti aspetti un’altra partita strana o hai ritrovato certezze? “Una come Chieti vorrei evitarla, va al di là di qualsiasi cosa ponderabile e preparabile. Con giocatori fuori, altri che escono uno dopo l’altro, abbiamo dovuto gestirla cogliendo l’attimo, e vorrei che domani fosse diversa. Visto il personale a disposizione, la differenza la farà la nostra capacità di soffrire, perché non siamo nelle condizioni di fare diversamente. Poi contano anche gli avversari, Udine era in straemergenza ed è diventata facile, ma se giochiamo contro chi sta bene noi dobbiamo solo provare a sacrificarci. E speriamo, dopo questa partita, di avere un po’ di calma perché non possiamo tirare sempre cuore e stampella oltre l’ostacolo”

Qualche arma tattica, tipo la zona? “L’abbiamo usata, fa parte del nostro repertorio. Ma quando il numero dei giocatori è quello, puoi solo cercare di capire le cose utili sul momento. Prepararla.. Siamo tornati alle 4 del mattino di giovedì, siamo tornati in palestra sabato pomeriggio, ma senza avere abbastanza giocatori. Siamo sempre stati pronti fin qui a cercare di capire i punti di vantaggio e le situazioni contingenti, dovremo farlo ancora di più ora che siamo in emergenza: dovessimo pensare a come siamo, oggi, prepareremmo una partita diversa da domani. Invece saremo come farmacisti, cercando di dosare tutto quello che abbiamo per vincerla, senza pensare a giocare bene o male. Chi se ne frega della qualità, per come siamo messi adesso: vorrei vedere gli altri, a preparare le partite in queste situazioni.”

In queste condizioni meglio attaccare la partita subito o aspettarla? “Cominciare male non va mai bene, ti obbliga a fare altre cose, come accorciare le rotazioni, cosa non buona adesso. Per questo preferirei partire bene e gestire il vantaggio che non rincorrere, ma le partite poi vanno come vogliono loro, e puoi trovarti a rincorrere e dover schiacciare il pedale. Siamo in condizioni di difficoltà, quindi dobbiamo ancora di più partire bene”


Il video, grazie a Sportpress



(Roberto Serra / Iguana Press / Virtus Pallacanestro Bologna)

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