Prima della conferenza stampa di Stefano Comuzzo, Robert Fultz ha parlato ai giornalisti presenti dopo la sua intervista di oggi a Stadio, spiegando il senso delle sue parole pubblicate questa mattina.

Sono qua per precisare quello che è uscito nella mia intervista, sono state parole fraintese, interpretate un po’ così, e possono essere lette non per quello che era il mio messaggio. Sono qua in prima persona per spiegare il senso vero delle mie parole e far capire quello che volevo dire. Tocco gli argomenti trattati, non voglio che la mia intervista sia letta – e può succedere in un ambiente come il nostro – in una maniera non positiva, quando invece le mie parole non erano sotto quei toni.

Su McCamey, ho sottolineato il fatto che sia in un momento un po’ difficile. Essendo l’ambiente difficile e il personaggio molto sensibile – che ha fatto bene a inizio anno – le mie parole sul parlarne un po’ meno erano proprio per lasciarlo tranquillo, in modo da poterci dare tanto sfruttando le sue caratteristiche, come ha fatto a inizio anno, quando non c’era questa pressione.
Stessa cosa per Alex Legion, col quale ho un attimo rapporto in campo e fuori. Preciso che il mio dire che in questo momento Alex sia senza fiducia e magari faccia meno canestro di quanto ci ha abituato a vedere in un anno e mezzo… non devo spiegare io che giocatore sia Alex Legion e quello che ha fatto anche qui a Bologna. La mia non voleva essere una critica, ma sottolineavo il fatto che lui stesso in questo momento, non essendo in una situazione di particolare fiducia, è il primo a rimanerci male e a voler dare qualcosa di più alla squadra, è il primo che ci tiene. La mia uscita sul giornale voleva sottolineare questo.


Per quel che riguarda i dodici, è venuto fuori un titolo che vuole sottolineare un aspetto negativo. Non volevo dire le cose in questi termini. Ovviamente, come avevo già detto un mese fa in un’intervista, il fatto di essere in dodici può diventare una cosa positiva solo se tutti facciamo un passo indietro e ci togliamo il nostro ego e l’idea che avevamo tutti fino all’anno scorso, Fultz a Roseto giocava 35’, Amici, Rosselli che ha vinto il campionato. Se tutti facciamo un passo indietro e riusciamo ad allinearci l’essere in dodici diventa una cosa che a lungo termine nessun altro ha. Allenati nel nostro modo, con la nostra prepratazione tecnica, arrivare in dodici deve essere un obiettivo. Ovvio che ci vorrà un po’, ma non è detto che in questo momento sia per forza una cosa negativa. E’ ovvio che è da accettare, da metabolizzare, e far sì che questo ci porti a essere – per il bene della Fortitudo – dodici sulla stessa linea d’onda, pronti a raggiungere l’obiettivo della Fortitudo di quest’anno. Non è una cosa facile, allineare tutti, io stesso sono passato da 35’ a Roseto sempre palla in mano a una situazione diversa.

Ci tenevo a fare questa precisazione, perché è un attimo dare un’interpretazione sbagliata o far arrivare un messaggio sbagliato in un momento delicato per noi, prima di una partita molto importante mi è sembrato doveroso essere qui a spiegarlo.

(foto Fabio Pozzati - Fortitudo Pallacanestro)

Il video, grazie a Sportpress.



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BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91