Patricio Prato, ex Fortitudo e Virtus attualmente a Imola, è stato sentito dal Resto del Carlino

“La mia esperienza con la V nera è stata breve, neppure una stagione intera, anche se ho mantenuto buoni rapporti con tante persone di quell'ambiente. Di sicuro è più significativa quella con la Fortitudo, dato che fu la mia prima volta in Italia, anche se dopo cinque stagioni e mezzo con la maglia dell'Andrea Costa, questa è diventata la mia seconda pelle”

L'incontro tra voi è la Virtus è vissuto come un derby? “Sì, è una partita molto sentita un po' perché andiamo nella tana di un club che ha una grande tradizione alle spalle e che è anche prima e soprattutto perché la nostra tifoseria è molto amica di quella della Fortitudo e vorrebbe che facessimo un favore all'Aquila. Noi, però, dobbiamo isolarci da tutto questo per dare il meglio di noi stessi. Abbiamo tanti infortuni e abbiamo bisogno di punti, per cui dovremo rimanere concentrati e attaccati alla gara fino alla fino per sperare di portare a casa la vittoria”

Il ricordo più bello in Fortitudo, in Virtus e all'Andrea Costa? “Alla Effe sicuramente la finale di Eurolega e quella per lo scudetto, mentre come ho detto quello in bianconero è stato un periodo così breve di cui non ho particolare memoria. Qui a Imola devo ancora scrivere la pagina più bella, anche se spero arrivi presto e sia una grande soddisfazione per i nostri tifosi”.

In Italia dal 2003, come è cambiata la pallacanestro in questi anni? “E inutile nasconderselo, la questione economica si è fatta sentire e il fatto che ci siano meno quattrini a disposizione ha abbassato il livello. Dal punto di vista tecnico, invece, le squadre sono molto più leggere, si cercano lunghi che abbiano un discreto tiro da fuori a scapito dei centimetri. Noi probabilmente siamo gli unici a giocare con un giocatore come Michele Maggioli, un centrane vecchio stampo di 215 centimetri”.

Quale giocatore toglierebbe alla Virtus per inserirlo nell'Andrea Costa? “Penso ci sia l'imbarazzo della scelta. Se devo fare un nome dico Guido Rosselli, perché siamo amici e ha un ruolo importante. Noi non saremo al completo e questo è il nostro problema che ci portiamo avanti dall'inizio della stagione. I nostri risultati sono condizionati dai tanti guai fisici”.

Come pensate di uscirne? “Restando uniti. E' facile dire che siamo un gruppo compatto quando si vince, più difficile se le cose non vanno come vorremmo. Noi abbiamo questa risorsa essendo persone che sanno soffrire. Abbiamo bisogno solo di un po' di fortuna e la fortuna arriva se non ci si sfalda e si rimane concentrati”.

Nel raggio di trenta chilometri ci sono Andrea Costa, Fortitudo e Virtus. Come è possibile? “Tutto dipende dalla passione: da queste parti la pallacanestro è davvero il primo sport e questa cosa è risaputa in tutto il mondo. Quando firmai per la Fortitudo Jan van Brada Kolff, il mio allenatore all'università, mi disse di ritenermi fortunato, perché andavo a Basket City. Stessa cosa mi disse un mio compagno olandese. Pensavo che stessero esagerando. Poi arrivato qui capii che ero stato semplicemente preparato a una realtà unica”

LA PARTITA TRA VIRTUS E IMOLA IN DIRETTA SU TRC
PESARO - FORTITUDO SUPERCOPPA 2001, PAGELLE E STATISTICHE