Non se ne possono segnare 90 tutte le volte, ma in una gara con percentuali sgangherate come fu con Udine la Fortitudo rimedia andando a difendere forte, costringendo Mantova a tante perse, e seguendo il classico concetto del non stare ad annusare i denari ecco il mettere la vittoria in saccoccia, ricordando che vincere fuori casa non è che sia poi sempre inerziale, e testa rivolta quindi a Montegranaro. Con le possibili trappole mantovane disinnescate, e con la sola problematica dell’aver, forse, stritolato i minutaggi più di quanto avrebbe voluto complice l’assenza di Mancinelli (febbre, rimasto a casa) e il non averla davvero chiusa al punto dall’essere sicura nel finale.

Si parte con mani fredde da entrambe le parti, con la sola differenza che Bologna inizia a capire il libretto delle istruzioni dopo qualche minuto, Mantova nemmeno se lo ritrova tra le mani. Così la Fortitudo si lancia fin da subito, facendo 9-2 prima e 16-4 poi, sfruttando una difesa che cerca (e spesso trova) la palla, un antisportivo a favore, e l’immediato impatto di Cinciarini. Finelli e i suoi ci capiscono poco, 20-8 al 10’.

Non c’è gran mano da fuori, ma nel secondo quarto si viaggia conservando il prodotto esterno netto: Mantova si regge sulle triple di Visconti, ma non è abbastanza per riavvicinare una Bologna che, pur senza aprire da lontano, un modo per fare canestro lo trova sempre. E, continuando a difendere e recuperando bocce (15 perse Mantova a fine primo tempo), dieci di vantaggio diventano 22, sul 45-23 figlio di un 2+1 di Cinciarini. Al 20’ sono 20, 45-25.

La palla gira pure troppo, nelle prime azioni di un terzo quarto dove la Fortitudo parte specchiandosi ma non verticalizzando. E allora Mantova, pur sprecando tanto, sfrutta quel che trova per avvicinarsi, dato che Bologna di fare gol non ne vuole più sapere. Disattenzioni, la necessità di riaccendersi quando la testa era forse già a riposo: il divario scende a 11 (49-38), e a muovere acque fangose ci pensano le triple delle seconde linee. Venuto e Benevelli, 58-44 al 30’.

Il canestro rimane stretto stretto, ma Mantova cicca quelle occasioni per poter scendere sotto i 10 di scarto, lasciando quindi alla Fortitudo la possibilità di non doversi preoccupare più di tanto. Si va avanti quasi di melina, con svariate infrazioni di 24”, ma trovando sempre il minimo indispensabile per restare a galla. Veideman prova il -9, prova il -7 a un minuto dalla fine: serve un rimbalzo d’attacco di Pini per tenere la palla una vita in area nella azione successiva, basta e avanza, e che Lu Monte sia.


( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

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