Non sempre le favole finiscono con il cacciatore che arriva ad aprire la pancia del lupo e a salvare nonna e Cappuccetto Rosso. Così, una Fortitudo in versione non del tutto brillante stavolta non riesce a sfruttare l’ambiente e le sue garanzie casalinghe per reggere l’impatto di una Brescia immune al solito clima del Paladozza. Manca l’asse play-pivot, in una Effe che tiene botta nel primo tempo grazie ai tanti rimbalzi lunghi che finiscono nelle proprie mani, ma che quando l’inerzia delle vaganti finisce in Lombardia nulla riesce a fare per salvare capra, cavoli e imbattibilità casalinga. Non poteva durare per sempre, magari si sperava di portarla avanti un pochino di più.

Si parte con nulla a funzionare: il megatabellone che rimane fermo su di un 123-456 che diverrà cattivo auspicio, e la difesa Fortitudo che si fa saltare da Vitali e mangiare, poi, dai lunghi bresciani. L’attacco rifornisce più bocce in parterre che ai propri giocatori, e a Martino serve andare dalle seconde linee per trovare maggiori durezze. Bene Cinciarini e Mancinelli davanti, dietro si becca sempre troppo, flebile vantaggio ma poi è comunque pareggio a quota 20, dopo 10’, con triplona di Stipcevic.

Sono i rimbalzi lunghi a salvare una altrimenti spuntata Fortitudo, che alla riaccensione del tabellone fa scoprire anche ai non collegati sul pbp della Lega che il punteggio è in lineare parità con leggera tendenza ospite. L’alternanza uomo-zona di Martino, la buona lena in attacco di Aradori, ma manca sempre qualcosa per far la voce grossa. Si potrebbe almeno arrivare al 20’ in parità, ma dopo l’airball da 3 di Mancinelli spunta un evidente fallo a rimbalzo di Daniel, a 8 decimi dal gong. Fischi, ululati, ma 36-40 allo stop.

Al rientro, le gomme sono sgonfie, e Brescia non si apre ai 10 di scarto solo perché, malgrado non ci sia un rimbalzo che finisca nelle mani giuste, gli errori fioccano. 44-52, prima del risveglio di Robertson, che però rimane estemporaneo in un terzo quarto dove la F rimane indietro. Aradori lunetteggia i 4500 in serie A, ma il resto è gramo, compresi i due liberi che Stipcevic scaraventa sul ferro alla sirena, che arriva sul 56-64.

I banchetti bresciani in area sono la chiave del +10, poi al 32’, come in mille altre occasioni, la Fortitudo lancia il suo urlo. Doppia tripla di Robertson, rientro al -3, ma stavolta Brescia ha la cera nelle orecchie, e non si lascia influenzare dall’ambiente. In particolare Lansdowne, con tree cesti da applausi, e F che piomba 78-65. Restano solo gli ultimi vagiti, ma stavolta il bambino non esce con i baffi.


(foto Giulio Ciamillo)

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