Giovanni Pini è stato intervistato da Damiano Montanari su Stadio.
Un estratto delle sue parole.

Sono sincero: da tifoso fortitudino mi è dispiaciuto lasciare la squadra dopo avere raggiunto un risultato così importante. Ma faccio il giocatore di basket e certe situazioni fanno parte del lavoro. Non ho alcun dente avvelenato. La Effe ha fatto la sua scelta professionale e, di conseguenza, io ho fatto la mia.

Roma come arriva alla sfida di domenica? Bene. Dopo essere partiti male con la sconfitta al PalaDozza contro la Virtus Bologna e la figuraccia in casa contro Brindisi, abbiamo reagito con due partite discrete, battendo Cremona e Pistoia. Sappiamo che possiamo competere in questo campionato nonostante nel power ranking ci abbiano messo in fondo. Poi io sarò personalmente emozionato. Rivedrò tanti amici, persone con cui ho lavorato e a cui voglio bene. Rimango molto legato alla Fortitudo pur non giocandoci più.

Che cosa teme di questa Fortitudo? La Effe ha dimostrato di essere una squadra profonda. A Treviso, Cinciarini si è alzato dalla panchina e ha fatto le giocate decisive. Non dovremo mai abbassare il livello di concentrazione ed evitare di prendere dei parziali. Sicuramente la Fortitudo sarà favorita.

Roma come può vincere? Mettendola sulla corsa e appoggiandoci tanto ai nostri punti di forza: Jefferson e Dyson. Il primo è un centro bravissimo con ottime doti tecniche. Non è altissimo, però ha grande velocità di piedi e sa usare bene il suo corpo. Dyson ci dà tanto ritmo e può anche inventare canestri fuori dai giochi. Serviranno aggressività ed idee chiare.

Che cosa le manca di Bologna? Mi manca girare per la città, sentire il calore dei tifosi per strada. La quotidianità di giocare alla Fortitudo si sente anche fuori dal campo ed è qualcosa di unico.

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