Natale in palestra, potrebbe essere il titolo di un cinepanettone anche se abbiamo il sospetto che il genere non sia esattamente quello preferito dal coach. Ma alla fine è il banale, ma realistico, riassunto di quanto fatto dalla Fortitudo di questi giorni, alla ricerca della forma migliore per le ultime due di regular, di una posizione di classifica da Coppa Italia, di maggiori tranquillità e certezze al proprio interno. Ci eravamo lasciati, prima del canonico tortellino, con una squadra vincente ma non convincente, con il brodino rosetano, e con il quintetto base ribaltato: detto che chiunque ne sappia un minimo di basket (e per minimo si intende "quello sport in cui si deve fare canestro") converrà che di solito conta chi finisce, e non chi inizia, è anche vero che qua si parla sempre di dieci titolari, e allora non è che sabato scorso, alla palla a due, siano andati in campo cinque che passavano per caso. Non è quello, il fatto.

Il fatto è che si devono ancora capire tante cose, di questa squadra. Chi dovrà essere ogni tanto il classico go to guy, chi dovrà aspettarsi, almeno agli albori delle partite, di non avere spazio. Chi, soprattutto, saprà accettare determinate condizioni di tribuna senza mugugnare o senza farsi attirare da normali e comprensibili telefonate da parte di chi, invece, potrebbe garantire minutaggi e responsabilità. Perchè in teoria sono tutti bravi a dire che accettano il borghese e non la canotta, ma tra il dire e il fare, come sappiamo, c'è di mezzo e il. Insomma: qui siamo ancora alle presentazioni, se vogliamo, o al cercare di capire, in un frigorifero fin troppo pieno, quali sono quegli ingredienti che rischiano di andare in scadenza e, quindi, da rivalutare o ricollocare. Si vedrà, insomma. A partire dai due USA, il cui rendimento non può essere sempre giustificato dal fatto che in una squadra lunga agli americani non venga chiesta la luna. La luna no, ma qualcosa di meglio della pura superficie sì, ecco. E di sicuro, vista l'assenza forzata di Cinciarini, Amici tornerà arruolato nei dieci.


Piacenza, quindi. Sponda Assigeco, ovvero la realtà spostatasi da Casalpusterlengo (c’è un’altra società, con qualche ambizione, in B), e che cerca di trovare un proprio posto nella metà classifica di A2. Per ora il campionato va ad alti e bassi, tra i playoff e i playout, e la mancanza di continuità che frega le velleità di coach Zanchi. Reduci dalla vendetta post prima sconfitta di Trieste, i piacentini girano attorno alla crasi Carlton Guyton, forse come caratteristiche e talento più vicino al cognome che non al nome: la guardia partorisce circa 18 punti e il 50% da 3, mentre a rimbalzo c’è una cooperativa che ruota sull’americano Arledge, 14+6. Poi gli italiani, con la curiosità felsinea di vedere il virtussino Oxilia (21’, 5+4), l’antico virgulto fortitudino Sanguinetti (quasi 5 assist) e l’antico Luca Infante, 63% al tiro. In casa ne hanno già perse due, ma non per questo ci si dovrà impietosire di fronte ad una squadra con talento ma a cui, forse, manca ancora qualcosa.

(Foto Fabio Pozzati - Fortitudo Pallacanestro Bologna 103)
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BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91