Nove su nove, allora, e gli unici capogiri in settimana riguardanti le condizioni dell'acciaccato Hasbrouck e, se vogliamo, del ritardo agonistico di Mancinelli. Non il peggiore dei mondi possibili, per una Fortitudo che ha scoperto forse i nomi delle sue due sfidanti ufficiali (Treviso e Forlì, e sarà una bella antivigilia di Natale) e che gode di una condizione psicologica di gioia ma anche, di riflesso, bisognosa di attenzioni. Perchè vero che la casella delle sconfitte ricorda il titolo di un antico successo di Madonna (Like a virgin, ma qui non si è ancora stati toccati per la prima volta), ma in svariate occasioni ci siamo ritrovati, diciamo a metà secondo tempo, nella condizione di pensare questa la possono perdere. Sia chiaro, prima o poi dovrà capitare, ma le ultime uscite (Mantova, Piacenza 1, la stessa Ravenna) sono la prova provata che la F non vive di dominio - e ci mancherebbe - ma di equilibrio che solo nei finali, con le riscosse, viene traslato in vittoria. Tradotto: credere all'eterna inerzia degli ultimi quarti non è possibile, e la continuità è preferibile al pensiero imperante della forza della panchina lunga, dell'atmosfera eccetera. Contro Ravenna tanti sono stati sottotono, e alla fine è andata benissimo, perchè quando non giochi bene ma vinci hai una settimana per aggiustare le cose ma senza soffrire per la sconfitta.

A dire il vero, l'unica continuità nella non brillantezza è quella di Mancinelli, giocatore che ha subito un rallentamento di inizio autunno per infortunio, e che ora sembra fin troppo indietro rispetto alla condizione auspicata: il problema potrebbe essere quello di dover rientrare in un roster che era sì stato creato con lui in posizione importante, ma che adesso sembra essersi cementato attorno a gerarchie che lo vedono ancora periferico. E magari è tutta una questione mentale, quella di dover rincorrere senza essere ancora uno dei leader della truppa. E' anche vero che stare a disquisire sui dolori del (non più) giovane Mancio è la dimostrazione che tante altre cose vanno bene, e che solo la necessità di non fidarsi sempre delle proprie capacità di rimonta è materia su cui lavorare, per Antimo Martino.

Piacenza sponda Bakery, quindi. La società più radicata sul territorio – mentre l’UCC è approdata in Emilia arrivando da Casalpusterlengo – e che era arrivata in A2 anni fa dopo una rincorsa prodigiosa, e poi rientrata nei ranghi. Ora ci si riprova, con squadra esperta ma che finora non ha dato grandi segnali, al punto da far saltare la panchina della bandiera locale (dopo esserlo stato ad Anzola per un millennio) Claudio Coppeta. 3-6 il record, con 3 KO di fila dopo la non prevista vittoria a Montegranaro, e già due violazioni del palasport casalingo. Ci si aspetta qualcosa di più da Marques Green (10 punti, 8 assist, ma anche brutte percentuali) e da Alan Voskuil, esterno che se in giornata potrebbe infilare 10 triple in un amen (16 punti e il 46% da 3 fin qua). L’ex Fortitudo Pederzini ne fattura 14, così come Andrea Crosariol: tutti nomi che potrebbero far pensare a migliori risultati, ma qualche problema difensivo e una panchina ancora da rivedere ha portato ad una classifica che non è in linea con l’obiettivo playoff sperato in estate. C’è però abbastanza roba che potrebbe esplodere da un momento all’altro, e il nuovo coach Gennaro di Carlo è stato chiamato anche per questo.

( Foto Fabio Pozzati/ebasket.it )

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI