Il presidente FIP Gianni Petrucci, intervistato da Andrea Tosi sulla Gazzetta dello Sport, ha commentato la decisione di Marco Belinelli e Luigi Datome di non partecipare al Preolimpico.
Un estratto delle sue parole.

È un uno-­due che fa male. Ne soffro perché è lo specchio di un sistema sbagliato. Il basket italiano si riempie la bocca di NBA, di Eurolega e del campionato ma non capisce che l'Olimpiade vale molto di più come immagine. I Giochi sono la laurea dello sport. E aggiungo che si diventa campioni solo inseguendo il sogno olimpico.
Non entro nel merito delle motivazioni e non voglio accusare i due giocatori. Ho provato a convincerli ma sono rimasti sulle loro posizioni. Però mi chiedo come mai il riposo e gli interventi chirurgici vengono sempre programmati in coincidenza dell'attività della Nazionale. E se Beli e Gigi avessero dovuto giocare la finale scudetto fino a gara­7 si sarebbero risparmiati?
Non li discuto sotto il profilo tecnico ma credo che un campione, davanti alla prospettiva di giocare l'Olimpiade, farebbe qualunque sacrificio per esserci.
Sono cambiati i tempi? Va bene, questa generazione non ha lo spirito olimpico delle precedenti: Meneghin non avrebbe mai rinunciato e di Myers ho già detto. Io continuo a credere che i Giochi valgono una carriera.
Anche Gallinari non ci sarà? Non lo so. Tutti sono utili ma nessuno è indispensabile.

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