È stato presentato questo pomeriggio nella (gremita) Sala Tassinari di Palazzo d'Accursio "Non è mai finita" (Absolutely Free edizioni), l'autobiografia di Matteo Boniciolli scritta in collaborazione con Alessandra Giardini e Giorgio Burreddu. Alla presenza anche di Giorgio Comaschi ed Eraldo Pecci - che hanno dato il loro contributo all'opera - proprio Comaschi ha esordito spiegando che "Questa è una presentazione seria, perchè qui mancano persone che non siano tutte in casa e non sono banali. Lui è positivamente matto, è un clamoroso attore di teatro, e sa fare il suo mestiere. E questo libro vale quello di Agassi".

Poi parola a Pecci: "Libro emozionante, ho scritto la prefazione perchè tra sportivi c'è una solidarietá immediata. Lui non sarà mai il Che ma Fidel, le cose deve spiegarle. È uno strano tipo di rivoluzionario, e mi ha ricordato il calciatore Ferrini, che tanto mi aiutò al Torino con il suo esempio. Mi fu da genitore, e anche Matteo sembra un genitore".

Poi l'assessore Matteo Lepore: "Sono figlio di un allenatore, che mi allenó, e da lui sono stato insultato e preso a pallonate. Indimenticabile, ma ho capito quanto conti un coach capace di motivare il gruppo. E Boniciolli ne è capace"

Poi, parola a Matteo Boniciolli, visibilmente emozionato. "Ogni allenatore una volta nella vita vorrebbe dire 'non è colpa mia'... tempo fa Alessandra Giardini mi fece una intervista senza parlare di basket, io mi accesi e nacque questa idea. Io sono fortunato, ho conosciuto gente che mi ha aiutato tanto partendo dal mio vecchio play al liceo Gianni Cuperlo a Ivano Dionigi. Io non ho meriti, io faccio un mestiere che mi piace, una societá che sopporta le mie disperazioni, e il ricavato andrá all'oncologia pediatrica del dottor Pession."

Detto dall'editore Daniele Azzolini "Non vincerá il Pulitzer ma è meglio del libro di Agassi", per Alessandra Giardini "Non si parla solo di basket, con Matteo si parla di tante cose, si cazzeggia anche. La sua vita è piena di altro, anche se dice di aver passato più tempo a pensare a Candi che non a suo figlio."

Poi ancora Boniciolli: "Quando quella che sarebbe diventata mia moglie conobbe i miei genitori, furono loro a chiederle se era sicura di quello che faceva... Lei sa come sto a casa, come si possa 'morire e rinascere' per una partita, ma mi ha corazzato grazie alla sua cucina. In me c'è tanta voglia di insegnare pallacanestro, è la mia passione, ma serve anche il cazzeggio. Io sono uno che non vuole dire mai cose banali. Sarebbe facile ma non ci riesco, anche se questo fa incazzare tanta gente"

VIRTUS, IPOTESI PIERO BUCCHI?
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91