Partendo dai lati positivi, intanto la Virtus ha vinto - in trasferta - all’esordio in campionato. E' la cosa più importante: perdere contro una Trieste coriacea ma priva di quattro giocatori dopo essere stati anche a +14 non sarebbe stato un bel modo (eufemismo) di iniziare. Invece coi due punti in tasca si può ragionare in tutt’altra maniera, prendere le cose buone e lavorare sui difetti. Le vittorie aiutato a vincere, ha detto l'MVP di serata.
Per quanto visto ieri sera, le “cose buone” hanno un nome e un cognome, Kevin Punter, semplicemente perfetto. 29 punti in 22' sbagliando solo un tiro libero, e anche una capacità impressionante di fare la cosa giusta al momento giusto, come il recupero e la tripla che hanno deciso la partita. Ma di positivo non c’è stato solo lui, ovviamente. L’attacco gira già bene, e nel primo tempo i tiri sono entrati con grande facilità. Poi la furbizia di Taylor, che coi suoi 10 falli subiti ha decimato gli avversari, la freddezza di Aradori nei momenti decisivi, la gran difesa di Martin negli ultimi due minuti. Insomma, di margini su cui lavorare sembrano essercene parecchi.
Poi c’è il rovescio della medaglia, quello che non è andato bene, ovvero - soprattutto - i parziali negativi che questa squadra prende spesso e volentieri, già visti in precampionato e capitati anche ieri. Ne ha parlato anche Pino Sacripanti, e sarà la prima cosa da mettere a posto. Poi, ieri i bianconeri hanno sofferto tantissimo a rimbalzo (38-27), concedendone ben 13 offensivi a Trieste. Qui il pieno recupero di Qvale, ieri decisamente indietro di condizione, probabilmente aiuterà. La mancanza, almeno ieri, di alternative in regia a Taylor, unico a giocare 35' mentre nessun compagno ha superato i 25'. Infine la difesa, che va a tratti, e spesso è collegata coi parziali di cui sopra. Anche qui, Sacripanti sa dove bisogna lavorare.
Di tempo ce n’è poco, perché già mercoledì si torna in campo in coppa. Ma bisogna fare di necessità virtù, e cercare di migliorare giocando, come fanno tutte le squadre che hanno il doppio impegno. L'allenatore e quasi tutti i giocatori sono abituati, sono stati presi per questo.

(foto Legabasket)

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