RICCI, "ALLA VIRTUS NON POTEVO DIRE DI NO"
Quinta puntata della rubrica “Dual & Post Career”.
Il protagonista è Giampaolo Ricci, ala/centro di 202 cm, classe 1991, la scorsa stagione in Serie A con Cremona e il prossimo anno sempre nella massima serie con la Virtus Bologna.
Dopo gli inizi a Chieti (dove il padre, Francesco, è stato Sindaco), le ultime due stagioni nelle giovanili le disputa alla Stella Azzurra Roma, iniziando a giocare anche i campionati senior (Serie C e Serie B). Dopo la formazione stellina, l’approdo a Casalpusterlengo in Divisione Nazionale A, vincendo nel 2013/2014 l’Oscar Giba come giocatore più migliorato della A2 Silver.
La stagione successiva gioca la A2 Gold con la stessa squadra partecipando anche all’All Star Game. Nel 2015/2016 il trasferimento a Verona in A2 vincendo lo Scaligero d’Oro per il giocatore più votato, mentre nella stagione successiva ancora secondo campionato nazionale con il Tortona, chiudendo a 10,4 punti e 6,1 rimbalzi di media nelle 29 partite stagionali.
Nell’estate 2017, la soddisfazione di vincere, con il CUS Bologna (è iscritto alla facoltà di Matematica), il Campionato d’Europa di Basket delle Università, portando per la prima volta un ateneo italiano all’alloro continentale.
Dal 2017, per due stagioni, gioca in Serie A con Cremona, sotto la guida di coach Meo Sacchetti, vincendo la Coppa Italia 2019 e ottenendo anche i premi individuali di miglior rimbalzista e miglior difensore della Final Eight. Lo scorso 13 giugno 2019 ha firmato un contratto biennale con la Virtus Bologna.
Con l’Italia, quest’anno ha guadagnato la storica qualificazione ai Campionati Mondiali di Cina 2019 e coach Sacchetti lo ha inserito nella lista dai quali usciranno i 12 Azzurri che parteciperanno alla competizione iridata.
Ieri sera, Giampaolo Ricci ha giocato in amichevole contro la Romania nella Trentino Basket Cup la partita conclusasi con la vittoria degli Azzurri per 88-60, concludendo la sua prova con 7 punti e 6 rimbalzi in 21 minuti in campo e risultando il migliore per plus-minus con +21.
Questa è la nostra intervista.
Giampaolo, partiamo dal campionato scorso. Il ricordo più bello?
«Sicuramente la vittoria della Coppa Italia. Vincere il primo trofeo importante della mia carriera, aiutando una società come Cremona a scrivere la storia è una soddisfazione che resterà per sempre. I premi ricevuti come miglior rimbalzista e difensore della manifestazione mi rendono molto orgoglioso, facendomi capire che sto continuando sulla strada giusta. Una strada che iniziai a percorrere quando, a 16 anni, andai via di casa. Ho lavorato duramente e sudato molto e questi frutti raccolti danno un senso al mio percorso».
Avresti mai pensato a una stagione tanto importante, dal punto di vista personale?
«No, anche se avevo deciso di restare a Cremona per giocare il mio secondo anno in Serie A proprio per dimostrare di valere la categoria, guadagnarmi più minuti ed essere importante per la squadra. Sapevo di avere grossi margini di miglioramento, ma una stagione così non me l’aspettavo. Detto questo, credo di non essere ancora arrivato al mio massimo, per cui la filosofia resta la stessa: lavorare per continuare a migliorare e per essere un uomo e un giocatore sempre più pronto».
Dopo Cremona, la nuova sfida: Virtus Bologna ed EuroCup. Con quale stato d’animo la affronti?
«Alla chiamata della Virtus non potevo dire di no, anche perché chissà se poi sarebbe ricapitata! L’affronto con il pieno di energia e motivazione, dopo aver ringraziato coach Sacchetti, Aldo Vanoli e tutta la città di Cremona per quello che hanno fatto per me. Sarò in una squadra ambiziosa, che punta a vincere, a “Basket City”: spero di fare breccia nel cuore dei tifosi, facendomi valere e guadagnandomi minuti».
Cosa significa per te giocare con l’Italia, avendo contribuito a riportarla al Mondiale dopo 13 anni?
«Rappresenta la mia idea di felicità. Se penso a cosa significhi essere felice, mi rivedo a Varese, contro l’Ungheria: la partita, il post partita, la maglietta rossa con la scritta “Andiamo in Cina”, i bambini festanti e l’affetto incredibile del pubblico. Indossare la maglia Azzurra è l’ambizione più grande di qualsiasi persona inizi a giocare, perciò io – giorno per giorno – nel mio impegno con l’Italia sento un po’ della forza di tutti quelli che ogni giorno si allenano e faticano per arrivarci».
Veniamo allo studio. A che punto è la tua laurea in matematica?
«Mi mancano 5 esami. Essendo iscritto a Bologna, sarà bello laurearmi mentre gioco con la Virtus».
Come ti vedi fra 10 anni? E cosa vorresti fare dopo la carriera agonistica?
«Fra 10 anni, spero di avere ancora il supporto del mio fisico per calcare il parquet. Dopo la carriera agonistica, invece, mi vedo un po’ lontano da campi e palla a spicchi, perché voglio mettere in pratica i miei studi. L’obiettivo è ancora da decidere, ma mi piacerebbe sia lavorare in una azienda sia insegnare».