(Foto Mauro Donati)
(Foto Mauro Donati)

Sella Cento – Fortitudo Flats Service Bologna 61-57

 

Dimezzata o quasi (Aradori fuori, Bolpin e Freeman rimessi in campo più per forza che non per amore), la Fortitudo dei gregari riesce quasi a farla franca contro una Cento che vince quasi per inerzia in una giornata dove tante cose non funzionano tra organizzazione, battibecchi tra tifoserie (non quelle organizzate), violentissimo litigio tra Delfino e il pubblico Fortitudo, e spettacolo più di nervosismi che non di estetica. Un po’ come sono state le ultime trasferte bolognesi, con la differenza che stavolta i cosiddetti episodi non vanno dalla parte giusta e che, con la squadra corta se non cortissima, grandi opzioni extra non se ne sono trovate. Peccato, tutto qua.

La cronaca

Si parte con inevitabili ruggini tra reparti che poco si conoscono, qualche persa davanti, qualche perdita di uomini dietro, e Caja che sull’8-14 deve subito provare ad utilizzare Bolpin e Freeman per limitare qualche danno. Prova Ogden a prendere in mano la squadra, e sono 8 di fila e l’impatto, ma è chiaro che si dovrebbe chiedere qualcosa a chi di solito non è abituato a sentirsi fare domande, ed è 18-14 interno al 10’.

Mancano i punti di riferimento, specie se Bolpin palesa condizione fisica per cui ogni tiro pare una sofferenza anche al solo provarci, e quando per forza di cose si manda a rifiatare Fantinelli un effimero +2 diventa un break che non si ferma nemmeno al rientrar del titolare. Piove sul bagnato con il terzo fallo di Ogden, e solo sul -11 (0-13 l’intertempo) qualcosa si muove, benchè poco sia. Buona grazia che Cento cicchi tanta roba dalla lunetta, si tracolla a -13 (23-36) prima di un vagito che chiude il primo tempo sul 36-27 Cento.

Freeman
Freeman (Foto Valentino Orsini - Fortitudo Pallacanestro 103)

Dietro si fa con quel che si ha, ma è davanti che proprio non si sa nemmeno da che parte cominciare. Qualche spizzico non basta per stare in scia di una Cento che non fa miracoli ma semplicemente il minimo indispensabile per tenere un decino di vantaggio a tratti incolmabile, in apparenza e non solo. Si ringrazia il nervosismo di Toscano – fallo numero 5, tecnico dalla/della panchina – per qualche libero che permette a Bolpin di evitare ulteriori addii nel punteggio, e basta davvero poco per provare a tornare in scia, con il 46-40 Cento del 30’.

I padroni di casa sono davvero poca cosa, contro una Fortitudo che nel corso della partita aggiusta qualcosa continuando a far le canoniche nozze con i fichi secchi, dando palla a Ogden e sperando in continui miracoli. Che avvengono pure, tornando a -2 a 200” dal termine, quando però la bacchetta magica si trova a dover cercare pile alternative in fretta e furia: Bolpin ferra il possibile sorpasso, la Benedetto spreca, ma un recupero difensivo diventa l’apertura per il contropiede del +4, piangendo sul fatto che nessuno se la sia sentita di prendere il tiro. Nervosismo e qualche scontro verbale in gradinata, polizia a separare famiglie che si insultano reciprocamente, mentre Bolpin sbaglia a -9” il tiro sorpasso. Delfino mette i due liberi conclusivi, riga sopra e andiamo avanti.

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