Cecilia Zandalasini ha affidato ai social il suo commento per la chiusura della Virtus femminile e il suo saluto alla città di Bologna

Basta allontanarsi di pochi chilometri dalle nostre Alpi per rendersi conto della rivoluzione che sta avvenendo intorno allo sport femminile, se poi si vola verso gli Stati Uniti non si trova una persona che non indossi la maglietta: “Everybody is watching women’s sports”. Durante questo importante periodo storico mi trovo invece a dover scrivere queste parole, parole difficilissime, disilluse, arrabbiate e tristi.
In due mesi la mia vita è passata da avere la certezza di due anni di contratto, nella città che amo, alla chiusura del settore femminile della mia squadra. Senza preavviso, senza segnali di avvertimento, senza garanzie e all’interno di una società che ha sempre fatto grandi proclami e rivendicato solidità e progettualità.
La chiusura del progetto femminile a Bologna è un grande passo indietro non solo per la città, che vive e respira pallacanestro, ma anche per tutto il progetto nazionale.
L’anno prossimo non giocherò più in Italia, non ci sono state per me le tempistiche adatte e le condizioni migliori per restare.
In questa decisione c’è una grande delusione personale, per non essere riuscita ad aiutare il movimento a crescere. Alla fine delle nostre giornate vogliamo solo essere di ispirazione per tutte le bambine che vengono a vederci e che sognano di diventare come noi.
È importante per me ringraziare tutte le persone che in questi tre anni hanno fatto parte del progetto Virtus Femminile.
In primo luogo il Presidente Zanetti, che ha creduto in questo progetto dal primo momento fino all’ultimo.
Ci tengo a ringraziare tutte le mie compagne di squadra, ogni singola persona dello staff, i preparatori, i tecnici, i medici e tutti quelli che hanno reso questo viaggio possibile. Mi avete dato molto di più di quello che immaginate.
Grazie a tutti i tifosi che sono venuti a sostenerci in questi anni.
Alla città di Bologna, grazie.
In questi tre anni grazie a te sono riuscita a diventare una Donna, ad essere me stessa ed a capire che non c’era più bisogno di nascondersi. I tuoi portici avvolgono e proteggono.
Ho trovato la mia Casa, e per questo non posso che dirti grazie.

 

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