Finisce 66-65 per Messina, e il Bignami resta inebetito davanti all'ennesima sconfitta all'ultimo tiro. Finale da raccontare, of course. 30" dalla fine, parita'. Abram sbaglia, prende il proprio rimbalzo, e mentre esce dalla tonnara subisce fallo. Infila un libero, 21" alla fine. Messina: tanti palleggi, poi Oliver spara male. Tante smanazzate, rimessa ospite a 3". Palla sotto a Bragg, fuori il primo dentro il secondo. Delusione e rabbia per una azione che poteva girare il campionato: vinci e sei al quarto posto, perdi e ti ritrovi di nuovo con l'acido solforico a pochi centimetri sotto di te. Poi ci sono tante cose su cui recriminare: il 7/17 sciagurato ai liberi, qualche fischio sballato della coppia arbitrale Caiazza-Strozzi (soprattutto quest'ultimo all'ennesima brutta figura al Paladozza: non e' che riproponendosi migliori, un po' come i programmi di Alda D'Eusanio). Ma la verita' e' su quella ultima azione si e' forse rovinato un capolavoro. Come se Umberto Eco, per sbadataggine, avesse dato fuoco a "Il nome della rosa" poco prima di scrivere l'ultima parola dell'ultima pagina.

La riapparizione di Hermann Smith forse paralizza il suo erede Damon Williams, il cui inizio partita non e' proprio di quelli sognati. Il Bignami ci prova con i lunghi da fuori e con il piccolo Faggiano da sotto: risultato, ferri e stoppate subite. Li Vecchi si trova in doppia cifra in un amen, ed e' lui a stenografare il primo break. Prima sirena sul 12-21, con Williams che butta via 4 tiri liberi e una statistica inattesa: nessun tiro da 3 tentato. Per chi nell'ultima casalinga ne aveva scaraventati nel canestro avversario tanti da perderne il conto, un dato anomalo.

Secondo quarto con massimo vantaggio messinese, 15-25. Il Progresso non difende nemmeno male, e una volta limitato Li Vecchi non subisce piu' dello strutturale da Oliver e Bragg. Ma segnando un punto a scatto di lancetta lunga, si fa poca strada. Per fortuna bolognese quando Perdichizzi si rivolge alla panchina non ottiene grandi risposte, e proprio nei minuti finali del primo tempo si avvia la rimonta. Soprattutto grazie ai primi raggi di sole dalla campanona dove si possono trovare 3 punti: Masieri prima e Abram poi, con schiaccione di Rush conclusivo, 31-31. Si va al riposo sul 33-35, e poteva andare peggio.

Ci si chiede se Williams si risvegliera', dopo la siesta. Nisba, ma attorno a lui e' nebbia per tutti. Svariati errori bolognesi per il sorpasso, ma anche Messina ha polveri inondate. Poi Perdichizzi lamenta il presunto trattamento non bicamerale dei fischietti: tecnico, sorpasso sul 38-35. Non si va avanti, e nello strazio c'e' anche un contropiede 4vs1 buttato al vento. Ma, come capita spesso, dopo un fischione contro c'e' la compensazione. Per gli arbitri il tagliafuori non e' mai regolare. Mai. Pilutti ci casca, fallo e tecnico. Esce, mentre il computo dei falli arriva a 7-0. Dopo questo si comincia a riequilibrare: Rush si erge protagonista, e contro la zona messinese Abram mette il canestro del massimo vantaggio. 52-47 alla sirena.

Ultimo quarto dove Ticchi ottiene buone cose dall'assetto con Rush e Barlera insieme, e dove Faggiano mette il 58-51 prima di farsi fischiare l'ennesimo fallo per tagliafuori irregolare. Roba da pazzi. Ma contro la zona si sbaglia troppo, malgrado qualche secondo tiro conquistato. Bragg dopo aver passato buona parte del secondo tempo in panchina riappare e corona il sorpasso sul 59-61. Williams prima e Faggiano da 3 poi rimettono la freccia. Il resto lo sapete gia'.

Adesso per il Bignami diventa fondamentale andare ad espugnare Rimini, per evitare di trovarsi in situazioni torride. Purtroppo, la' dietro sembra che tutte si siano messe a correre.

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
LO SFOGO DI MATTEO BONICIOLLI