Trionfo dell’attacco prima (50 nel primo tempo) e della gestione poi (28-33 il parziale dopo l’intervallo), la Fortitudo mostra a Verona la sua faccia semimigliore, andando a +20 come detto prima con i canestri e poi con i fortini, prima di un – forse – naturale momento di stanca che però non ha portato il Paladozza (5096 spettatori, meglio che nei quarti) a chiamare cardiologi e assistenti ai bypass. Gli ospiti si sono infatti allungati non oltre il -8, ma nulla, appunto, di cui temere. E alla fine è 1-0, tenendo il servizio senza patemi, nella giornata dell’esordio di questa serie che, giustamente, si prevede più ostica di quanto non lo sia stata Agrigento.

Che poi, a renderla meno ostica ci vuole la solita gerarchia di Pozzecco, in questo molto più alla ricerca di garanzie di quanto non lo fosse il suo predecessore, abituato a cercare (e spesso a trovare) eroi un po’ ovunque. Doppio ventello per Cinciarini e Mancinelli, con quest’ultimo a trentellare anche nella valutazione: che ci vengano conservati, dato che la nuova Fortitudo sembra, appunto, più alla ricerca dei propri certi approdi che non il precedente gioco della bottiglia. Sarà da sperare che ci siano risposte anche in caso di luna nera da parte del numero 5 e del numero 6, per ora non c’è stata necessità di bussare ad altre porte, il resto si vedrà, tutto qua.


Just can’t get enough - La Effe che mantiene l’imbattibilità playoffara segna e per un po’ non lascia segnare, dando l’impressione di poter dare risposte a tutte le domande che le avversarie possono porre. Non male.

It’s no good - Solo Okereafor è sembrato troppo attento a non sporcare tenendo le pattine sotto i piedi, ma va bene lo stesso.

(foto Fabio Pozzati - Fortitudo 103)

2 APRILE, IL GIORNO DELLA FORTITUDO VITTORIOSA A REGGIO EMILIA E DI TEO ALIBEGOVIC
BIGNAMI CASTELMAGGIORE - UPEA CAPO D'ORLANDO 93-91