VIRTUS, IL DOPOPARTITA DELLA COPPA ITALIA
La Virtus ha bisogno di vincere, aveva detto Marco Belinelli. Ecco, ieri Venezia ha fatto vedere esattamente cosa ci vuole per vincere, e perchè da anni vince spesso, e la Virtus cosa invece non bisogna fare: pessimo approccio, pessima difesa, gestione rivedibile.
E purtroppo non si tratta di una novità. Nelle partite “senza domani” (Supercoppa 2020, e nella scorsa stagione la finale di Intercontinentale e lo stesso quarto di finale contro Venezia) e in questa stagione anche in alcuni “normali” match di campionato, la Segafredo ha dimostrato di non saper trovare alternative se Teodosic viene attaccato sistematicamente e messo in difficoltà, come ieri ha fatto magistralmente De Raffaele, che ha tenuto la sua Reyer avanti dal primo al quarantesimo, grazie alle prove straordinarie di Bramos e Tonut, e a una difesa super. Certo, alla Virtus mancava Belinelli, preso proprio per essere il contraltare del #44 in situazioni come questa e per dare ossigeno da tre punti (ieri 33%), ma è anche difficile parlare di squadra corta quando gli avversari erano praticamente senza pivot, e Valerio Mazzola - che solitamente gioca poco o nulla - è stato quasi 20’ in campo. E anche se ai due quattro di ruolo - Ricci e Alibegovic - vengono concessi 15' in tutto.
E’ un dato di fatto che da inizio stagione questa squadra abbia dei blackout, ed è un dato di fatto che - in questi casi - dalla panchina non si cerchino nemmeno alternative a Teodosic, che regolarmente si innervosisce e finisce per giocare da solo. Insomma, sono riapparsi quei fantasmi che hanno portato alle 6 sconfitte casalinghe, e che avevano generato l’esonero lampo di Djordjevic a dicembre, poi rientrato dopo meno di 24 ore.
Certo, la Coppa Italia non era l’obiettivo principale della stagione bianconera, ma che ci si aspettasse di più - anche a livello societario - era palese.
Ora, ai bianconeri restano due obiettivi: la primaria Eurocup, con il traguardo minimo della finale per conquistare l'Eurolega sul campo, e il campionato, dove si è capito che comunque il ruolo di seconda forza dietro Milano non è assolutamente scontato, perchè Venezia (appunto), Sassari e Brindisi non scherzano per nulla. Djordjevic avrà 15 giorni per far ricaricare le batterie ai suoi, e per recuperare al meglio Belinelli e Pajola, la cui assenza a livello difensivo si è sentita moltissimo, dato che ormai le partite in cui i bianconeri incassano 85-90 punti iniziano a diventare tante, troppe. Saranno 15 giorni emotivamente molto lunghi. Ma la volata finale della stagione partirà da qui.
E purtroppo non si tratta di una novità. Nelle partite “senza domani” (Supercoppa 2020, e nella scorsa stagione la finale di Intercontinentale e lo stesso quarto di finale contro Venezia) e in questa stagione anche in alcuni “normali” match di campionato, la Segafredo ha dimostrato di non saper trovare alternative se Teodosic viene attaccato sistematicamente e messo in difficoltà, come ieri ha fatto magistralmente De Raffaele, che ha tenuto la sua Reyer avanti dal primo al quarantesimo, grazie alle prove straordinarie di Bramos e Tonut, e a una difesa super. Certo, alla Virtus mancava Belinelli, preso proprio per essere il contraltare del #44 in situazioni come questa e per dare ossigeno da tre punti (ieri 33%), ma è anche difficile parlare di squadra corta quando gli avversari erano praticamente senza pivot, e Valerio Mazzola - che solitamente gioca poco o nulla - è stato quasi 20’ in campo. E anche se ai due quattro di ruolo - Ricci e Alibegovic - vengono concessi 15' in tutto.
E’ un dato di fatto che da inizio stagione questa squadra abbia dei blackout, ed è un dato di fatto che - in questi casi - dalla panchina non si cerchino nemmeno alternative a Teodosic, che regolarmente si innervosisce e finisce per giocare da solo. Insomma, sono riapparsi quei fantasmi che hanno portato alle 6 sconfitte casalinghe, e che avevano generato l’esonero lampo di Djordjevic a dicembre, poi rientrato dopo meno di 24 ore.
Certo, la Coppa Italia non era l’obiettivo principale della stagione bianconera, ma che ci si aspettasse di più - anche a livello societario - era palese.
Ora, ai bianconeri restano due obiettivi: la primaria Eurocup, con il traguardo minimo della finale per conquistare l'Eurolega sul campo, e il campionato, dove si è capito che comunque il ruolo di seconda forza dietro Milano non è assolutamente scontato, perchè Venezia (appunto), Sassari e Brindisi non scherzano per nulla. Djordjevic avrà 15 giorni per far ricaricare le batterie ai suoi, e per recuperare al meglio Belinelli e Pajola, la cui assenza a livello difensivo si è sentita moltissimo, dato che ormai le partite in cui i bianconeri incassano 85-90 punti iniziano a diventare tante, troppe. Saranno 15 giorni emotivamente molto lunghi. Ma la volata finale della stagione partirà da qui.